Si è tenuto questa mattina, presso il Liceo Scientifico di Andria, il momento di raccoglimento dedicato alla dipartita del Prof. Michele Palumbo. La camera ardente è stata allestita nell’auditorium dell’Istituto Scolastico “R. Nuzzi” poiché palcoscenico di molte delle sue rappresentazioni teatrali.
Molte le letture, gli aneddoti ed i racconti dei suoi alunni che lo ricordano come un docente, un amico ed un compagno con cui scherzare. Ironico e pungente, il professore è riuscito ad instaurare con tutti i suoi allievi un rapporto di stima molto raro, basato su relazioni che non si sono mai fermate al rapporto docente-alunno, ma che lo hanno superato, in positivo, dando così la possibilità ai ragazzi di potersi aprire e scherzare con lui in un clima pregno di familiarità.
Una figura che per tutta la città ha rappresentato un punto di vista fuori dal coro. Con una nota predilezione politica verso uno schieramento politico, ha comunque sempre analizzato in maniera oggettiva fatti ed eventi politici, suscitando polemiche e dibattiti che con il suo savoir-faire non poteva che gestire in maniera elegante ed ironica. Dai toni pacati, è sempre stato aperto al confronto e mai allo scontro.
Giornalista e docente attivo anche in altri ambiti, tra cui la valorizzazione del territorio: ha tenuto molte lezioni e visite guidate riguardanti il Castel del Monte, tra cui quelle del Corso di Guida Turistica presso l’associazione ArtTurism, oltre a svolgere il ruolo di moderatore durante molti convegni, ne ricordo uno in particolare in cui si parlava dello sviluppo turistico della Città di Andria.
Io personalmente ho avuto modo di conoscerlo poco rispetto ad altri, ma lo ricordo come una persona disponibile, affabile, accomodante e soprattutto umile rispetto a tutta la conoscenza che possedeva.
Aveva la capacità di trasferire concetti complessi in maniera semplice, anche le pietre sarebbero riuscite a seguirlo. Ricordo un episodio in cui alcune partecipanti al Corso di Guida Turistica, alla fine delle sue lezioni e della visita guidata fatta a Castel del Monte dissero: “Ci aspettavamo un’analisi del castello più ampia, più dettagliata”. Ma d’altronde lui era un semplificatore e quindi coerentemente con la sua persona diceva: ”Il castello è ricco di misteri. Perché parlare di teorie non accertate? Questi sono i fatti e questo è ciò che si vede e si respira vivendolo”.
Un altro ricordo di lui che mi ha stupito è stato quando gli ho mandato, tramite una terza persona, la bozza del decennale di Qoco – Concorso Internazionale per giovani cuochi del Mediterraneo, chiedendogli di correggerla. A distanza di tempo mi è tornata indietro con questo messaggio: “Va bene così”. Non sapevo se esserne felice o meno: sessantatre pagine di testo ed immagini e l’unica cosa che mi mandava a dire era che andava tutto bene e che “Ognuno ha il suo stile e Angela sa scrivere”. Mi chiedevo se l’avesse mai letta, ma qualcosa l’aveva corretta, quindi l’aveva letta per forza. Un modo come un altro per incoraggiare e dire “Vai avanti”.
Di ricordi su di lui ce ne sono tanti, ma quello di questa mattina forse ha rappresentato in pieno il suo essere ironico, colto e umile: un suo ex alunno ha proiettato una serie di vignette che lo vedevano rappresentato in più eventi della sua vita, era stato proprio a lui a chiedergli di farlo regalandogli un’agenda sulla quale disegnarle. Aveva notato la bravura di Davide Vurchio nelle vignette satiriche di alcuni docenti che il ragazzo gli aveva mostrato.
Ai nostri microfoni Davide ha racchiuso in una frase il pensiero col quale vorrebbe ricordare il professore per sempre: “Qualcuno che ride quando tu piangi”.
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