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Andria – ZTL centro storico, Unimpresa e Unibat: “Ulteriori danni a una città in cerca d’identità”

27 Marzo, 2017 | scritto da Redazione
Andria – ZTL centro storico, Unimpresa e Unibat: “Ulteriori danni a una città in cerca d’identità”
Attualità
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La volontà dell’Amministrazione comunale di Andria di voler procedere immediatamente con la chiusura del centro storico andriese al traffico veicolare suscita la reazione di commercianti ed artigiani ma anche dei cittadini, più in generale. Ad intervenire sul delicato tema sono i massimi rappresentanti delle Associazioni Unimpresa e Confartigianato Andria.

Antonio Memeo di Confartigianato e Savino Montaruli di Unibat hanno esternato le loro posizioni affermando: “Prevedere una Z.T.L. così drastica nel centro storico andriese non può prescindere da una serie di riflessioni e di approfondimenti che sinora sono mancati. Innanzitutto si deve partire dall’analisi di quello che ha significato, sino ad oggi, la sperimentazione della Zona a Traffico Limitato nelle sole ore serali; cosa non ha funzionato e quali siano stati gli elementi di negatività piuttosto che quelli di positività derivanti da tale lunga sperimentazione. Non si può prescindere dall’analisi e studio di cosa produrrebbe la chiusura totale al traffico del centro storico sulle aree, sulle arterie e sulla viabilità circostante l’intera area interdetta, con tute le conseguenze sul piano ambientale, della qualità della vita, della vivibilità e della salute pubblica. Non si può prescindere dall’analisi della problematica complessiva legata al traffico urbano in una città sensibilissima da questo punto di vista, che non si è mai dotata di un adeguato e strutturato Piano Urbano del Traffico, al punto che proprio tale problematica è al centro di un fortissimo disincentivo rappresentato dal problema rispetto all’attrattiva che la città di Andria non ha per avventori, turisti e quanti vogliano recarsi nella città federiciana ma che vengono praticamente impediti da una barriera impenetrabile“.

Una soluzione, quella della chiusura totale al traffico nel centro storico, che non può non tenere conto di una serie di conseguenze direttamente collegate – continuano Memeo e Montaruli – quindi non può essere una decisione improvvisata che non veda un coinvolgimento allargato. Un coinvolgimento che veda partecipi non solo le associazioni d’impresa e dei consumatori, come accaduto nell’unica riunione convocata sul tema e tenutasi lo scorso 21 marzo presso il comando di polizia municipale, dove peraltro alcune associazioni primarie, come proprio la Confartigianato, non sono state né consultate né invitate. Si coinvolgano i cittadini, residenti e commercianti della zona ma anche le associazioni iscritte all’Albo comunale e le Consulte che hanno il dovere istituzionale di intervenire sull’argomento e di essere ascoltate. Un provvedimento di questa natura va inserito in un contesto di più larga portata. Non si può continuare ad ignorare che un Protocollo d’Intesa era già stato predisposto dalla stessa Amministrazione comunale ma mai reso operativo. Parlare di traffico e di viabilità, ad Andria, significa affrontare il tema più delicato che incide direttamente e fortemente sulla qualità della vita dei cittadini e sulle prospettive di crescita, di sviluppo e di progresso per una città in cerca di identità. Parlare di modifica alla viabilità, di chiusura al traffico non può prescindere, infine, da quelle che sono le infrastrutture collaterali che vanno avviate ed incentivate, a partire dal Park & Ride con servizio di trasporto pubblico verso il centro urbano“.

Mobilità alternativa e servizi turistici integrati sono gli altri pacchetti di discussione dei quali in città si continua a non parlarne. Ulteriori scelte azzardate e frettolose sono dunque assolutamente da evitare, a meno che l’Amministrazione comunale non venga a proporci in modo serio, puntuale e soprattutto con tempistiche certe quale sia la sua concezione, la sua visione di sviluppo per una città che ha perso e continua a perdere tantissime occasioni, non solo di sviluppo economico e occupazionale ma anche culturale e turistico“, hanno concluso i due sindacalisti andriesi.

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