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Trani – Il “socialismo” del governatore della Toscana Enrico Rossi

4 Febbraio, 2017 | scritto da Antonella Loprieno
Trani – Il “socialismo” del governatore della Toscana Enrico Rossi
Attualità
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Rammarico per la mancanza di esponenti dell’amministrazione comunale perché la conversazione con il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, del partito democratico come loro, poteva essere l’occasione per un sano e costruttivo confronto.
Sotto la lente di ingrandimento, presso il Polo museale di Trani, il momento non del tutto felice del maggior partito di sinistra, specie dopo la bocciatura del referendum costituzionale.
L’occasione è stata la presentazione del suo libro “Rivoluzione socialista”. Idee e proposte per cambiare l’Italia. Edizione Castelvecchi. Una lunga intervista, curata da Peppino Caldarola, sui temi della crisi democratica e della disuguaglianza, mali che una nuova sinistra deve mettere, secondo l’autore, al centro della propria analisi.
L’incontro rientra nel ciclo “Scrittori nel tempo. Letture della contemporaneità”, a cura di Vito Santoro con la Libreria Luna di sabbia. Ad introdurre la conversazione è stata Francesca Zitoli. Tra i presenti in sala anche il segretario cittadino del Pd Nicola Amoruso.
Una conversazione a più voci con domande e risposte su un possibile superamento della crisi “della più grande infrastruttura civile collocata a sinistra”, così come la definisce il governatore Rossi. Il problema di fondo della crisi del partito è che l’unico obiettivo fino ad ora è stato “vincere”. Di qui la necessità di riscoprire la dimensione comunitaria perchè un partito non deve essere solo quello dei gazebo ma dei congressi e degli incontri. D’Alema, dice Rossi, è rientrato in campo e ha fatto una battaglia che i cittadini hanno bocciato”. Il referendum per Rossi è stato un ‘autentico autogol’.
Il governatore toscano dice “No” alle divisioni ma “Si” alla separazioni delle cariche di segretario di partito e presidente del consiglio alludendo a Matteo Renzi.
Parla di Job art, di possibilità di lavoro, di giovani cittadini del mondo che si impegnano e cercano strade nuove, di una generazione di precari infelici che andranno in pensione a 400 euro al mese.
Definisce la chiesa come “una grande agenzia mondiale” e se dovesse scegliere oggi un riferimento non avrebbe dubbi nell’indicare Papa Francesco, perchè “è dalla chiese che ciene un messaggio etico che la politica deve tradurre”.
Questione migranti: “sono 435 mila gli irregolari in Italia attualmente. Possono essere una risorsa ma i flussi vanno regolamentati. Ci vuole lo Stato”.
Infine Enrico Rossi dichiara: “il Pd si è spostato al centro, adesso bisogna riportarlo a sinistra”.

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