Allarme meningite. Dopo i casi registrati in quest’ultimo periodo in Puglia e nella BAT c’è sembrato doveroso dare risposte certe ai lettori al fine di prevenire inutili allarmismi, evitare code infinite agli uffici vaccinazioni e saper riconoscere i sintomi. A tal proposito abbiamo intervistato il dott. Giancarlo Cannone, Medico Dirigente Area Vaccini – Dipartimento di Prevenzione – ASL BT
Perchè la meningite provoca allarme nella popolazione?
Anche un solo caso di meningite nella comunità, è sempre fonte di notevole allarme, sia per l’effettiva gravità clinica del paziente, sia perché può essere associata al rischio di epidemie. I casi di meningite registrati dalla fine del 2016 in Italia, a partire dal “focolaio” della Toscana, hanno generato uno stato di allarme diffuso, che ha spinto le persone a rivolgersi ai Servizi Vaccinali Territoriali, ai Medici e ai Pediatri di famiglia, con le più svariate e spesso improprie richieste di misure di prevenzione del contagio.
La serie di eventi registrati, rientra nelle frequenze stagionali, ma l’obiettività statistica è una cosa, mentre l’allarme sociale che sovrastima il rischio, necessita di informazioni precise rivolte alla popolazione. Il medico che comunica al paziente informazioni utili alla comprensione dell’epidemiologia, all’attuazione delle misure di prevenzione della meningite, fornisce un contributo prezioso al buon funzionamento del sistema di controllo di una malattia, il cui rischio è difficile da stimare, se condizionati più dall’emotività che dalla ragione.
Che cos’è la meningite?
La meningite è una infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Le meningiti sono principalmente di due tipi, virali e batteriche, anche se esistono quelle fungine, molto rare. La forma virale, detta anche meningite asettica, sostenuta solitamente da Herpes virus ed Enterovirus, è quella più comune, solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di una decina di giorni. Le meningiti batteriche, sono potenzialmente più gravi di quelle virali e presentano una letalità piuttosto elevata, nonostante le terapie antibiotiche e la pronta diagnosi.
Qual è la causa di questa malattia?
I principali responsabili della meningite sono i batteri patogeni che sono: la Neisseria meningitidis (o meningococco), l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) e lo Streptococcus pneumoniae (o pneumococco). Ogni anno vengono segnalati in media in Italia, circa 400 casi di meningite, meno che nel resto dei Paesi Europei, di cui un terzo è causato dal Meningococco (prevalentemente di gruppo C e B), un altro terzo da Pneumococco, mentre gli altri casi per oltre la metà sono causati dall’Hemophilus, ormai sconfitto grazie alla vaccinazione specifica di massa dei neonati già attiva in Italia dal 2000 anni e l’altra metà è di origine virale. La forma di meningite altamente infettiva e aggressiva, è causata dal batterio Neisseria meningitidis, ha un esordio acuto e severo. Esistono tredici ceppi diversi di meningococco, ma solo cinque (A, B, C, Y, W135) causano la meningite; di questi ceppi, tuttavia, in Europa e in Italia i più frequenti sono il B e il C, con il ceppo Y, ritenuto emergente.
Come si trasmette la meningite?
L’uomo è il solo ospite del meningococco, che ha come habitat naturale il rinofaringe.
Sono numerosi i casi di portatori sani, che contraggono l’infezione senza presentare né segni né sintomi. La trasmissione dell’infezione avviene mediante goccioline e secrezioni infette del naso e della gola espulse con un colpo di tosse, uno starnuto o che avviene per contatto diretto con la saliva, è favorita dall’affollamento e dai luoghi chiusi. Il periodo di incubazione è breve, mediamente di 2-4 giorni, ma può arrivare fino a 10 giorni. La gravità della malattia meningococcica, è nella sua rapida progressione. Per un meccanismo ancora sconosciuto, il meningococco può passare dal rinofaringe nel flusso ematico e raggiungere il cervello, provocando la malattia meningococcica invasiva, le cui manifestazioni cliniche principali sono la meningite e la sepsi meningococcica
Spesso i sintomi della meningite vengono confusi con l’influenza. Come possiamo riconoscere la malattia?
E’ una domanda interessante. Infatti i primi segni e sintomi della meningite meningococcica sono molto generici e possono facilmente essere confusi con quelli dell’influenza. Solitamente i sintomi peggiorano nell’arco massimo di un paio di giorni. Oltre la febbre elevata si possono poi manifestare vomito, rigidità nucale, cefalea intensa, fotofobia, torpore, stato confusionale, dolori articolari; in caso di sepsi meningococcica si ha anche la comparsa di petecchie su tutto il corpo
Quanto è importante saper riconoscre rapidamente la meningite?
E’ molto importante che le infezioni invasive da meningococco siano diagnosticate rapidamente. Vanno sottoposti a chemioprofilassi, solo i “contatti stretti” con il caso indice, entro 48 ore dall’ultimo contatto. La disinfestazione ambientale non è richiesta, perché il meningococco non resiste nell’ambiente. Non ci sono poi motivi igienico sanitari, a sostegno della chiusura di scuole, asili o altri ambienti comunitari ove abbia soggiornato una persona malata. Nonostante però la diagnosi precoce, la terapia moderna e le misure di sostegno, il tasso di letalità è ancora piuttosto elevato: raggiunge il 20% nel caso di meningite, e fino al 40% in presenza di sepsi meningococcica. Inoltre, quantunque la diagnosi e la terapia siano tempestive, anche in caso di guarigione, la malattia può dare complicazioni anche gravi, con danni neurologici permanenti, come la perdita dell’udito, della vista, della capacità di comunicare o di apprendere, problemi comportamentali e danni cerebrali, fino alla paralisi. Tra le complicazioni non neurologiche, possono manifestarsi danni renali e alle ghiandole surrenali, con conseguenti alterazioni ormonali, nonché amputazioni degli arti, conseguenza della coagulazione intravascolare disseminata (CID) con formazioni di trombi occludenti che mandano in necrosi gli arti inferiori o superiori.
La prevenzione è di fondamentale importanza?
Di fronte alla gravità della malattia e alla elevata letalità, l’unica arma davvero efficace è la prevenzione. Sono attualmente in commercio tre vaccini, uno quadrivalente coniugato, attivo contro i ceppi A-C-Y-W135, un monovalente coniugato contro il ceppo C e il recente vaccino cellulare contro il ceppo B. I vaccini di tipo coniugato e cellulare, forniscono una protezione duratura, poiché inducono elevati livelli di anticorpi battericidi T-dipendenti, responsabili della memoria immunologica, mostrano alta responsività, e sono efficaci anche sotto l’anno di età.
I casi registrati in questoeriodo hanno spinto gli utenti a code lunghissime per prenotare i vaccini. Ci spiega meglio chi deve vaccinarsi e il costo
La Regione Puglia, ha già da quasi dieci anni, reso gratuiti i vaccini antimeningococco. La vaccinazione contro il meningococco C è gratuita a partire dai nati nel 1995. La vaccinazione contro il meningococco B, è gratuita a partire dai nati nel 2014, e recentemente ne possono beneficiare tutti i nati dal 2013 al 2003. La vaccinazione contro il meningococco A-C-Y-W135, è gratuita a partire dai nati nel 2000. Tutti coloro i quali non rientrano nelle coorti a cui spetta l’offerta gratuita, possono eseguire la vaccinazione mediante il versamento di una quota a compartecipazione di spesa, variabile a seconda del vaccino, presso il Servizio Vaccinale Territoriale zonale, che include il vaccino e la somministrazione.
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