Imponevano a tappeto il pizzo. Commercianti, ristoratori ed imprenditori erano sotto scacco. I Carabinieri del Comando provinciale di Bari hanno stroncato un’organizzazione che gestiva il racket delle estorsioni su tutto il nord barese.
Sotto tiro anche aziende di estrazione della pregiata “pietra di Trani”. I Carabinieri hanno arrestato 7 persone facenti capo ad un agguerrito gruppo criminale emergente nell’area nordbarese ed in particolare nella città di Trani, specializzatisi nella sistemica imposizione a gran parte del tessuto economico cittadino del “pizzo”.
Un centinaio di Carabinieri, supportati da unità cinofile antidroga e da un elicottero dell’Arma, hanno difatti dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Trani, Rossella Volpe, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che trova il proprio fondamento nelle indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Trani dal novembre del 2016. Durante le perquisizioni effettuate nel corso del blitz, inoltre, i militari hanno arrestato anche una donna affiliata al clan Annacondia, trovata in possesso di cocaina. In tutto gli arresti sono così saliti ad 8.
I Carabinieri, avviando i propri accertamenti su segnalazioni anonime, successivamente supportate dal coraggio di alcuni commercianti determinatisi a denunciare le angherie subite, hanno messo a nudo, in tempi brevissimi e con la piena condivisione della magistratura, quello che è considerabile un vero e proprio effetto distorsivo del sistema economico locale: l’azione criminale, estesa all’intero territorio cittadino e caratterizzata da un pesante clima di terrore ingenerato dalla personalità e dalla caratura dei malfattori, nonché dalle minacce espresse di danneggiamenti alle cose, ovvero di lesioni personali alle vittime, ha interessato la quasi totalità dei settori economici. Commercianti e ristoratori, imprenditori del settore edile, tessile e di estrazione della rinomata pietra tranese, dai quali i malviventi pretendevano il pagamento di somme di denaro fino a 40.000 euro, minacciando di compiere incendi e danneggiamenti alle rispettive attività, qualora non avessero aderito.
L’attività investigativa ha permesso, tra l’altro, di ben delineare la struttura del gruppo, all’interno del quale spicca, quale elemento emergente nel panorama malavitoso tranese, Vito Corda, 38enne, pluripregiudicato, figlio di Nicola, già esponente di assoluto rilievo del clan Annacondia, operante negli anni ’80 e ’90 nel nord-barese. Vito Corda, alias “Il napoletano”, così come amava farsi talvolta chiamare per riecheggiare il timore diffuso proprio dalla figura del defunto padre, è risultato essere la mente ispiratrice nell’organizzare le attività illecite degli arrestati, alle quali spesso partecipava direttamente garantendo la buona riuscita delle intimidazioni mediante la propria mera presenza.
Di fatto già detenuto poiché colpito da provvedimento di fermo eseguito dai Carabinieri di Trani il 29 gennaio scorso, è stato attinto dal provvedimento in questione, emesso dalla Procura della Repubblica di Trani a preludio dell’odierna esecuzione cautelare, poiché risultato in procinto di darsi alla fuga all’estero, come avevamo scritto.
È stato inoltre documentato il ruolo attivo degli altri arrestati i quali, con ruoli alterni di intermediari, gregari o semplici fiancheggiatori, riuscivano ad indurre nel terrore i commercianti taglieggiati, agendo in nome e per conto proprio del gruppo criminale facente capo al Corda e rinnovando insistentemente le richieste estorsive, cui seguiva talvolta la riscossione del danaro illecitamente richiesto.
Le investigazioni, tuttora in corso per accertare l’esistenza di ulteriori casi di estorsioni tentate o consumate, hanno aperto le porte della Casa Circondariale di Trani per tutti e 7 gli odierni arrestati, i quali, unitamente a Corda, dovranno rispondere di estorsione aggravata e continuata in concorso, con l’aggravante per due di essi di aver commesso i fatti, in un caso mentre era soggetto alla sorveglianza speciale di PS, ed in un altro per aver commesso i fatti nel triennio successivo alla decadenza della medesima misura di prevenzione. Adesso i Carabinieri si aspettano che gli imprenditori vittime del pizzo si facciano avanti per denunciare e per riscontrare quanto già a conoscenza nell’ambito delle indagini.
Durante l’esecuzione dell’odierno provvedimento, i Carabinieri hanno arrestato anche Maria De Simone, 61enne di Trani, madre di Vito e Giuseppe Corda. All’arrivo dei Carabinieri, la donna ha tentato di disfarsi di una busta gettandola dalla finestra. Al suo interno c’erano 20 grammi di cocaina destinati allo smercio in città. Anche la donna risulta, a suo tempo, affiliata al clan Annacondia.
I nomi
– Corda Giuseppe, nato a Trani il 19 Maggio 1984, coniugato, pregiudicato, sorvegliato speciale di P.S.;
– Regano Michele, nato a Trani il 16 Gennaio 1981, coniugato, pregiudicato;
– Pignataro Pasquale, nato a Trani il 12 aprile 1985, pregiudicato;
– Gishti Ilir, nato a Shqiptare (Albania), il 17 luglio 1988, pregiudicato già sottoposto agli arresti domiciliari;
– Pignataro Domenico, nato a Trani il 13 agosto 1982, pregiudicato;
– Petrilli Nicola, nato a Trani il 5 gennaio 1959, pregiudicato;
– De Simone Maria, nata a Trani il 31 ottobre 1955, vedova, casalinga, pregiudicata, già affiliata a clan Annacondia, operante nel Nordbarese negli anni ’80 e ’90, madre di Corda Vito e Corda Giuseppe.
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Se sono colpevoli debbono dare una pena esemplare non uccidono solo la persona lesa ma lintera economia della città