«Si tocca con mano» – raccontano i poliziotti penitenziari associati al Cosp, seconda forza sindacale maggioritaria numericamente nel penitenziario – «il clima di insicurezza che vive il personale nelle sezioni e reparti detentivi a causa di ben 3 eventi susseguitosi in pochi giorni, dal 31 dicembre ad oggi, a causa di insulti, aggressioni, testate in faccia contro la polizia penitenziaria ed un episodio avvenuto anche contro il medico di guardia della locale infermeria.
Il medico e i poliziotti sono stati aggrediti e insultati dai reclusi. E’ toccato ad un ispettore Capo della polizia penitenziaria che recatosi verso le 9 circa in reparto per motivi di ordine e disciplina e pianificazione dell’attività lavorativa , avrebbe subito un’aggressione fisica da parte del detenuto lavorante del reparto accoglienza, tanto da dover ricorrere prima alle cure del medico di guardia della locale infermeria del carcere e poi alle cure del pronto soccorso dell’ospedale civile dove è stato trasportato a seguito dell’aggressione subita.
L’evento critico segnalato non sembra sia dovuto al sovraffollamento detentivo, stante il numero complessivo dei reclusi e la disponibilità dei posti letto a Trani rispetto alle altre strutture della Regione e della nazione. Non sembra nemmeno che si possa affermare la responsabilità a fenomeni di vigilanza dinamica o celle aperte. La questione appare di elevata criticità e la mancanza di rispetto verso i tutori dell’ordine a Trani non appare essere un caso isolato, anzi.
In tutta Italia la popolazione detenuta è scesa a 54.653 alla data del 31 dicembre 2016 (fonte Ministero della giustizia) contro le 50.228 regolamentari. La Puglia detiene 3.182 detenuti rispetto ai 2.340 posti letto ma le strutture con elevate criticità sono Lecce, Taranto, Foggia, Bari, per dimensioni e popolazione dei ristretti. Allora, tanti e forse troppi episodi non possono essere circoscritti o giustificati dall’affollamento. Per il Cosp bisogna ricercare soluzioni alternative immediate e questo è compito dell’Amministrazione regionale pugliese e del Dipartimento, anche sulla base di precedenti segnalazioni sindacali e degli stessi poliziotti che per varie situazioni hanno richiesto di incontrare il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria
Intanto bisognerà conteggiare la durata della prognosi del collega.Il sindacato si chiede: cos’altro bisogna aspettare prima che si possano posare la lente e luce sulla gestione interna del carcere di Trani, anche dopo gli episodi accorsi nel tempo? A Trani troppo personale di polizia, oltre il 3% rispetto all’indirizzo nazionale, lavora negli uffici: un recupero di queste risorse umane potrebbe rafforzare i reparti detentivi dove a lavorare sono sempre le stesse persone, offrendo maggiore sicurezza a chi subisce, come oggi accaduto, dileggio e aggressioni nei reparti detentivi dai ristretti reclusi.
Segretario generale nazionale del sindacato di Polizia penitenziaria Cosp, Domenico Mastrulli
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