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BAT – Disoccupazione e lavoro nero: tutti i dati del 2016

7 Gennaio, 2017 | scritto da Redazione
BAT – Disoccupazione e lavoro nero: tutti i dati del 2016
Lavoro
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“L’assenza di politiche del lavoro ci rende ultimi al mondo”. È l’affermazione con cui Savino Montaruli, presidente UNIBAT, apre il comunicato che riporta i dati divulgati dalla Cgil Bat, commentati dal segretario generale Giuseppe Deleonardis, sulla disoccupazione e sul lavoro nero nella provincia.

Nei comuni della provincia Bat un cittadino su tre ha perso il lavoro. Questo dato lo si evince dal numero dei disoccupati iscritti ai centri per l’impiego della provincia che sono ben oltre il 30% della popolazione attiva di circa 150 mila persone. Se si aggiunge il numero degli inoccupati, si raggiunge una percentuale di gente senza lavoro che supererebbe addirittura il 50%.

A livello nazionale e mondiale – scrive Montaruli – lo stato di allarme disoccupazione è tale già di fronte a percentuali che si aggirano intorno al 12-13% o addirittura al 7% in Paesi più virtuosi. Quelle minime percentuali di disoccupazione quindi già suscitano uno stato di allarme mondiale mentre di fronte ai dati della provincia Bat, che parlano di oltre il 50% di gente senza lavoro, tutto tace“.

Il rapporto della Cgil riporta anche dati preoccupanti sul lavoro nero: percentuali estrapolate dalle ispezioni dell’Ispettorato del lavoro parlano di lavoro nero nel territorio che si attesta al 42% fino a punte del 66% nel manifatturiero mentre nell’edilizia e nel terziario si sfiora il 68%.

Le contraddizioni – afferma Montaruli – sono tantissime in tal senso se è vero come è vero che sono proprio le fasce apparentemente più deboli economicamente, come quella dei giovani, a spendere di più pur essendo la fascia che risulta la più inoccupata dal punto di vista lavorativo. Sono anni, decenni che questa situazione di incertezza, di stallo e di inefficienza persiste. Il mancato o cattivo utilizzo delle Agenzie del Territorio, a partire dal Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, vanificato nel suo intento, che andrebbe riqualificato e rivalutato invece che chiuso senza ammettere inefficienze e disfunzioni così come lo scarsissimo utilizzo dei fondi comunitari diretti ed indiretti per incapacità ed assenza di progettualità e di visione futura, sono alla base di questa condizione negativa che continua a portar via da questa terra le nostre esperienze professionali migliori, che non riesce neppure a far rientrare“.

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