Sono 262.693 gli utenti che nel 2016 hanno visitato Castel del Monte, il maniero federiciano che si conferma punto di attrazione superando i visitatori del 2015.
“Un numero di straordinaria importanza strategica che dovrebbe indurre l’intero territorio a predisporre politiche comuni ed integrate di accoglienza che dovrebbero già essere state consolidate e ben strutturate. Invece a prevalere è ancora una volta l’improvvisazione con la conseguenza che quell’enorme numero di visitatori, una grandissima quantità dei quali stranieri, diventano 262 mila fantasmi per la città di Andria”. Così commenta Savino Montaruli, presidente UNIBAT.
I numeri forniti da Unimpresa Bat si intrecciano con un dato comunicato dall’Associazione Turistica Pro Loco di Andria: circa il 50% delle visite registrate riguarda gruppi studenteschi locali.
Altro dato rilevante riguarda l’aumento degli incassi: gli introiti hanno subìto un incremento in funzione dell’aumento del costo del singolo biglietto, più che per l’ammontare delle visite. “Durante la mostra dedicata a Fibonacci, il costo intero del biglietto è lievitato da 5 a 8 euro”. È quanto ci racconta Michele Guida, impiegato della Pro Loco andriese.
La critica principale va alla carenza di strutture e di collegamenti urbani, di un’interconnessione logistica tra la città di Andria e il castello federiciano. Il servizio pubblico di trasporto per Castel del Monte, garantito dalla ASA S.c.r.l., operatore del Comune di Andria, è attivo con la navetta numero 6 solo dal 1 aprile al 1 novembre, festivi inclusi.
“Ci vorrebbe un collegamento di trasporto pubblico anche dal 1 novembre al 1 marzo, con almeno una o due corse al giorno”. Così commenta Guida, che racconta: “Abbiamo ricevuto diverse volte chiamate da turisti che, una volta giunti in stazione, ci chiedevano come raggiungere il Castel del Monte. Noi, con un certo imbarazzo, abbiamo risposto che l’unico servizio disponibile è il trasporto privato attraverso taxi, che ha un costo di circa 50 euro”.
Alle carenze strutturali si aggiunge l’impossibilità di fruire di un Info Point in loco, la cui apertura è stata più volte solamente annunciata. “C’era un punto informativo al castello – commenta Guida – ma è stato rimosso. Sono due anni ormai che è stata ripristinata una struttura destinata a diventare il punto informativo, ma mai inaugurata”.
L’assenza di politiche concertative con i Tour Operators e l’incapacità di costruire legami e rapporti di interscambio con le altre realtà a fortissima attrattiva turistica, anche di altre regioni, sono i punti di debolezza che rendono vano il potenziale del maniero federiciano.
Da ogni lato giungono stilettate alla politica locale accusata di disinteressamento all’incentivazione e al sostegno di determinate strategie d’accoglienza, di inerzia per azioni riguardanti l’economia e lo sviluppo locale.
Il Castel del Monte, patrimonio dell’UNESCO, resta ad oggi una cattedrale nel deserto.
photo credit Vincenzo di Toma ©
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