Si intitola “La Natura Esposta”, edito da Feltrinelli, l’ultimo romanzo di Erri De Luca che l’autore napoletano ha presentato ieri, lunedì 27 novembre, nella Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta, assieme al regista Cosimo Damiano Damato.
Una sala gremita di uditori e lettori, una chiacchierata con il pubblico più che una semplice presentazione, durante la quale Erri De Luca ha, come è nel suo stile, raccontato la sua visione del mondo, delle cose, dei problemi che attanagliano la società, partendo dalla sua opera.
“Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C’entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d’azzardo e una volontà di imitazione.
La natura indica sia le parti maschili che femminili. Qui si parla di una natura esposta non per esibizione, ma per condanna.
Tutto ciò che noi chiamiamo natura – ha spiegato l’autore – io lo definisco ambiente”.
Tutto ciò che ci circonda non è natura, perché violentato, stuprato dal desiderio di onnipotenza dell’uomo. “Natura è quel luogo in cui posso andare e sentirmi estraneo ad esso, perché incontaminato, perché più grande di me”.
A Erri De Luca, che da sempre si è occupato di problemi legati all’attualità battendosi in prima linea;non si può non ricordare l’accusa di istigazione a delinquere nel processo No Tav, dalla quale è stato assolto, la sua attenzione alla questione immigrazione; a lui abbiamo chiesto del Referendum del prossimo 4 dicembre:
“E’ una data che si è gonfiata di accidenti che non la riguardano, come se fosse uno spartiacque della nostra storia. Non è niente di simile. Si tratta di una contrapposizione tra affini su un tema, quello delle riforme, che poteva essere affrontato senza toccare la Carta Costituzionale”.
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