Nella serata di sabato ad Andria veniva perpetrata una brutale rapina ai danni di un piccolo esercizio commerciale di generi alimentari.
Nella circostanza un malfattore, dopo essere entrato nel minimarket ed aver simulato un acquisto, ha aspettato il momento più propizio per aggredire i presenti ed impossessarsi dell’incasso.
Infatti l’uomo, dopo aver finto di essere interessato all’acquisto di una bottiglia di liquore, ha chiesto al commesso un’ulteriore prodotto inducendolo così a dargli le spalle; approfittando della situazione favorevole, il malfattore ha letteralmente spaccato sulla testa della vittima la pesante bottiglia che aveva tra le mani.
A causa del colpo ricevuto l’esercente rovinava al suolo con evidenti ferite al capo; le urla di questi hanno però attratto l’attenzione della coniuge presente nel retrobottega che interveniva cercando di bloccare il rapinatore.
Per tutta risposta il carnefice, per nulla intimorito, iniziava a colpire violentemente la donna, infierendo poi con un bastone trovato nelle vicinanze sulle due vittime, riuscendo così ad impossessarsi dell’esiguo incasso e darsi alla fuga.
L’inaudita violenza perpetrata, ha trovato però l’immediata reazione degli uomini del Commissariato di Polizia di Andria.
Infatti, le tempestive e serrate indagini condotte, hanno permesso di accertare palesi responsabilità in capo a D.F.A., pregiudicato locale classe 85.
Gli Agenti hanno quindi immediatamente setacciato la città in cerca del giovane malfattore fino a quando veniva rintracciato nel centro cittadino.
Alla vista della Polizia il delinquente, consapevole delle proprie responsabilità, cominciava a fuggire dal che nasceva un inseguimento per le vie cittadine purtroppo favorevole al malfattore che approfittando del dedalo di vie presenti, riusciva a far perdere le proprie tracce.
I poliziotti, ormai sulle tracce del violento aggressore, non si davano per vinti dando luogo ad una caccia all’uomo che permetteva finalmente di catturarlo alle prime luci dell’alba.
Su tali premesse, D.F.A., d’intesa con l’Autorità Giudiziaria procedente, veniva definitivamente bloccato e condotto in carcere.
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