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Andria – Campionessa slovena di Kickboxing operata d’urgenza dopo una gara.

17 Novembre, 2016 | scritto da Redazione
Andria – Campionessa slovena di Kickboxing operata d’urgenza dopo una gara.
Salute
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Problemi in ospedale legati alla comprensione linguistica tra i genitori della ragazza e i medici

È stata operata d’urgenza venerdì scorso a seguito di un incidente durante le gare di Kickboxing disputate ad Andria dal 7 al 12 novembre. La giovane atleta slovena (appena 16enne), stava disputando la finale e, oltretutto, stava vincendo quando avrebbe avuto un calcio che le avrebbe causato un trauma addominale tale da interrompere la gara e trasportarla d’urgenza  al pronto soccorso del locale nosocomio.
Arrivata in ospedale, sarebbe stata operata in laparoscopia per verificare i danni agli organi interni e drenare il sangue accumulatosi nell’addome. L’incidente ha causato una lesione epatica, in particolare un ematoma che attualmente è tenuto sotto controllo.

Venerdì, in contemporanea, l’allenatore ha avvisato i genitori della ragazza dell’incidente, i quali si sono precipitati ad Andria dalla Slovenia. In quel momento si è creato un blackout nella comunicazione: il padre della ragazza parla sommariamente inglese, ma fino a oggi non è riuscito a capire che cosa fosse realmente successo alla figlia e quali cure le stessero prestando perché non è stato allertato neanche un traduttore.

Non sapendo a chi rivolgersi per ottenere informazioni dettagliate sullo stato di salute della sportiva, i genitori hanno chiesto ora ai parenti di qualche degente, ora al buon cuore di qualche infermiera, con l’ausilio anche di traduttori sul cellulare, di mediare con i medici finché oggi la richiesta è arrivata alla Croce Rossa che ha inviato una volontaria per cercare di capire la situazione e aiutare la famiglia.

Nel pomeriggio odierno è arrivata in ospedale anche una funzionaria del Consolato Generale della Slovenia allertata dall’ambasciata di Roma per andare in aiuto della famiglia e soprattutto per il disbrigo delle pratiche amministrative.

Un giro pindarico che sarebbe stato evitato se i grandi assenti, la Asl Bat e/o la Federazione sportiva e la compagnia di assicurazioni, avessero allertato un mediatore culturale.

«We trust because we have to trust…» – dicono i genitori della sportiva –  traduzione: «ci fidiamo perché ci dobbiamo fidare…». Questo è quanto ripetuto dai genitori della 16enne.

La speranza è che, almeno a livello amministrativo, ci si intenda.

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