Trani è rossa nello stemma araldico e non azzurra. La testimonianza arriva dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e la scoperta è stata fatta dalla dottoressa Daniela Di Pinto, archivista tranese, nel corso di alcune ricerche minuziose nel fondo Patetta, acquistato dal conte di Daugnon. Tra questi documenti, nella cartella 41, è stata ritrovata una lettera manoscritta dell’allora sindaco di Trani, Giuseppe Antonacci, datata 1 maggio 1871. In allegato alla lettera, firmata dal segretario comunale Egidio della Bona, c’era anche lo stemma a colori. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare l’araldica della città. La copia originale dello stemma, conservato a Roma, è stato donato al Comune di Trani dalla Biblioteca Vaticana. A consegnarlo all’assessore alla cultura di Trani Grazia Di Staso è stata proprio la dipendente della Biblioteca Vaticana, Daniela Di Pinto nel corso di un incontro presso la biblioteca G. Bovio di Trani. Un antico e inedito stemma ottocentesco che ripercorre le origini della città, uno stemma lapideo posto sulla facciata di palazzo Candido, in piazza Cesare Battisti, rappresentato con strisce verticali che nel linguaggio araldico indicano il colore rosso e non l’azzurro dello stemma attuale. La scoperta rivoluzionaria è scolpita nelle pietre che sono i documenti più reali.
RIcostruiamo la storia dello stemma e le sue prime attestazioni.
La prima attestazione dello stemma rosso è l’epigrafe collocata sulla Torre della chiesa di san Donato e che riporta la data del 1473. L’emblema della città si trova inoltre scolpito nell’architrave della porta di san Sebastiano, poi denominata sant’ Agostino e costruita nel 1503. E’ presente anche sull’architrave della facciata della chiesa di san Rocco datata 1528. Anche su una lapide del palazzo Torres è raffigurato lo stemma, sempre con le strisce verticali che denotano lo sfondo rosso. Anche nell’attuale biblioteca è presente una raffigurazione a colori simile a quella donata alla città.
Fu merito di Domenico Carcano, sindaco di Trani dal 1911 al 1914, aver chiesto l’iscrizione dello stemma tranese nel libro Araldico degli Enti Morali e il riconoscimento del titolo di Città. Nel 1914 con Decreto Ministeriale, a firma del ministro Salandra, venen riconosciuto lo stemma e il titolo della Città al Comune di Trani. La descrizione dello stemma è la seguente: “di azzurro al drago, al naturale,sostenuto da un monticello erbo pontuto sopra una torre d’argento, il drago tenente con la branca destra una testa di toro naturale”. Ma lo stemma venne raffigurato in maniera sbagliata con il drago che sovrasta la torre, creando uno stravolgimento del blasone rispetto alla sua originaria raffigurazione. In seguito fu il presidente Carlo Azeglio Ciampi ad eliminare l’errore che poneva il drago poggiato sulla torre in maniera non corrispondente al simbolo storico.
Uno stemma che riporta l’errore è invece presente sulla porta d’ingresso dell’ex monastero di SS.Agnese e Paolo attiguo all’attuale chiesa di santa Chiara a Trani.
All’incontro è intervenuto anche il professor Carlo Dell’Aquila, dell’Università di Bari che su un eventuale cambio dello stemma da parte delle istituzioni ha detto: “Prima di fare qualsiasi modifica ad uno stemma, bisogna comunque avere i piedi di piombo e se si propone una modifica, perchè si vuole riportare all’antico, ci devono essere molte testimonianze che attestino il lavoro di ricerca fatto nel tempo.
Anche la provincia BAT ha il suo stemma identificativo che per la composizione ha seguito precise regole dell’Araldica
Videointervista – Dott.ssa Daniela Di Pinto – Biblioteca Apostolica Vaticana
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