Un anno ricco di soddisfazioni per i ragazzi diversamente abili dell’associazione Neverland reduci dal successo del festival Castel dei Mondi in cui hanno presentato il musical “Romeo e Giulietta – ama e cambia il mondo”. Un’impresa ardua e possibile che ha, letteralmente, galvanizzato i protagonisti dell’opera portata in scena nella splendida location del chiostro di San Francesco lo scorso 2 ottobre. In attesa di aprire definitivamente le porte del progetto, ben più duraturo e stabile del primo, vero, ristorante sociale in Puglia, l’allegra ed efficiente brigata di chef e commis di sala, si tiene allenata e torna presso il ristorante de l’Altro Villaggio, domenica 23, capitanata da una nuova firma della ristorazione pugliese, lo chef Antonio Sgarra.
“Si può fare!”, il progetto di formazione ed educazione che si propone di favorire l’inserimento graduale dei giovani ragazzi disabili dell’associazione “Neverland” nel contesto sociale e lavorativo cittadino, ritorna dunque con un altro grande evento a pranzo presso la oramai collaudata sede de l’Altro Villaggio – Castel del Monte. Tanti gli chef e pasticceri che si sono prodigati nel guidare ai fornelli i ragazzi: Pietro Zito, Felice Sgarra, Luciano Matera, e poi i pasticceri Francesco Montereale e Antonio Daloiso. Tutti nomi importanti nel panorama della enogastronomia e pasticceria d’autore che hanno deciso di sposare il progetto “si può fare”.
Antipasti ricercati, primi e secondi piatti gourmet ed una dolce firma per dessert in abbinamento ai vini della cantina Rivera e Tormaresca. Il tutto realizzato, impiattato e servito dai ragazzi diversamente abili dell’associazione andriese. Saranno questi gli ingredienti del pranzo all’insegna della spensieratezza e dell’integrazione sociale. «L’evento “Si può fare” si conferma un appuntamento di richiamo per tutti coloro che sono sensibili alla tematica dell’inclusione lavorativa dei ragazzi diversamente abili. Dal canto nostro – commenta Rossella Gissi, vice presidente dell’ass. Neverland e coordinatrice dei ragazzi – tentiamo di rompere il muro dell’indifferenza: è difficile parlare a tutti poiché in molti si dicono sensibili solo a parole. C’è bisogno di uno scossone a livello istituzionale, in primis, e poi c’è necessità, ancora oggi, di cambiare culturalmente questo Paese. Il pranzo conviviale è soprattutto un evento culturale oltre che enogastronomico».
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