“Ha più volte fatto arrabbiare i vertici della Ferrontramviaria che gli contestavano di fare accumulare ritardi di qualche minuto nella partenza dei treni. Ma lui era pignolo e teneva molto alla sicurezza dei passeggeri: prima di far partire un treno voleva essere certo che non si rischiassero incidenti”. A parlare è Marianna Gaeta, sorella di Nicola, il capostazione della Ferrotranviaria che lo scorso 12 luglio, mentre stava andando a Barletta per sostituire un collega, ha perso la vita nello scontro tra i due convogli sulla tratta a binario unico Andria-Corato in cui sono morte 23 persone e altre 50 sono rimaste ferite.
“Mio fratello, spiega, ha prestato servizio per 28 anni in Ferrotranviaria e ha lavorato anche sulla tratta dell’incidente: per due anni e mezzo è stato capostazione ad Andria”. Parlando con l’ANSA oggi a margine di un’assemblea di Astip (Associazione strage treni in Puglia) con alcuni famigliari delle vittime, Marianna ha spiegato che il sistema per evitare che sul binario unico si trovassero contemporaneamente due treni, il cosiddetto ‘blocco telefonico’, suo fratello lo ha “definito più volte obsoleto: si lamentava, ha aggiunto, perché in quella ferrovia non funzionavano molte cose, ma era il solo a voler parlare”. “Forse, ha rilevato Marianna, farà rumore più da morto che da vivo”. Il giorno dell’incidente, ricorda, “mio fratello era sul treno diretto a Barletta dove avrebbe dovuto sostituire un collega: faceva turni massacranti, conclude, mi diceva che lui, come altri colleghi, non aveva neppure il tempo di fare un bisogno fisiologico”.
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