Nella delibera n. 218 del 6 settembre scorso, con cui la Giunta approva lo schema di ac-cordo per la rateizzazione dei debiti maturati dalla società “Le Lampare” nei confronti del Comune di Trani per fitti non pagati, che ammontano, alla data del 1° luglio, a 227 mila, 100 euro e, per la precisione, 36 centesimi, si legge, fra altre cose, che fra i motivi che hanno portato il sindaco e i suoi assessori ad approvare la delibera c’è il rischio che la sentenza del Tribunale di Trani n. 68 del 20 gennaio 2016, che dà ragione al Comune sul ricorso presentato dalle Lampare, “è potenzialmente oggetto di impugnazione innanzi alla Corte d’Appello, ragion per cui sussiste l’alea del giudizio”. E pensare che il sindaco di Trani è un avvocato. Sono passati sei mesi, sindaco, quella sentenza è passata in giudicato e non c’è alcuna possibilità che possa essere impugnata. Ma è possibile che dobbiamo farvelo notare noi? C’è una sentenza in forza della quale la società “Le Lampare” è costretta a pagare tutto e subito e invece il sindaco Bottaro decide di concedere una rateizzazione, udite udite, non in 24 mesi, come si diceva, ma in 38 mesi. Non solo: nell’accordo – a quanto ci risulta non ancora firmato – sono previste rate da pagare a luglio e ad agosto di quest’anno, cioè prima della firma del contratto.
E vogliamo parlare dei 60.000 euro scomputati dal conto dei fitti non pagati? Bottaro ha chiesto un parere agli uffici comunali. L’ufficio legale ha detto che è ammissibile la com-pensazione, perché i lavori di rifacimento integrale della terrazza non possono rientrare nel concetto di “manutenzione straordinaria” a carico della società, prevista dal contratto. Il dirigente dei lavori pubblici, dal canto suo, ha espresso il giudizio di congruità sull’ammontare della compensazione di 60mila euro. Tutti, però, si guardano bene dal di-chiarare una cosa tutt’altro che trascurabile: quei lavori sono mai stati autorizzati dal Comune? Se non c’è un documento che attesti che “Le Lampare” ha chiesto l’autorizzazione al Comune e che il Comune gliel’abbia concessa, la società può presentare tutte le fatture che vuole, quei soldi non possono essere scomputati dai fitti e la società deve pagarli, cosa che Bottaro e la sua giunta non hanno previsto. Sindaco, lei è un avvocato: lo sa che se nessuno ha autorizzato Le Lampare a fare quei lavori, il Comune non può accettare che quella spesa venga compensata con i fitti? Lei si affanna a spiegare che avendo previsto gli interessi, è stato evitato il danno erariale. Lo sa cosa significa scomputare quella somma senza che sia mai stata autorizzata cosa significa? Danno erariale sindaco. E sa che significa fare dei lavori straordinari su un bene comunale senza averne ricevuto l’autorizzazione, senza il controllo preventivo degli uffici e senza il parere obbligatorio della Soprintendenza? Ci sono tutti questi documenti agli atti? E lei che fa, scomputa pure 60.000 euro?
Tecnicamente, dunque, questa rateizzazione concessa alla società “Le Lampare” continua a sembrarci inaccettabile. La società è stata condannata a pagare, infischiarsene di una sentenza definitiva e non impugnabile del Tribunale e concedere una rateizzazione ci sembra azzardato. E il fatto che vengano previsti gli interessi e richiesta una fideiussione a garanzia del credito non ci sembra una giustificazione congrua.
Questo tecnicamente. Politicamente, poi, se ci è concesso, ribadiamo l’assoluta contrarie-tà alla rateizzazione concessa dal sindaco Bottaro e dalla sua Giunta. Questa società ha usufruito (soprassediamo sulle modalità di concessione) di un bene architettonico “pazzesco” della comunità tranese, che indubbiamente ha procurato alla società un vantaggio enorme. Di contro negli anni, come scritto dall’Ufficio Patrimonio il 14 maggio 2015, prima che arrivasse Bottaro, la società ha dimostrato una “ingiustificata e volontà a non corrispondere i canoni dovuti in favore del Comune di Trani”. E quindi, che facciamo? La premiamo? Pure in presenza di una sentenza del Tribunale passata in giudicato?
E veniamo alla nota inviata dai legali della società Le Lampare e diffusa nelle ultime ore a mezzo stampa. Scrivono che le nostre dichiarazioni non sono aderenti alla realtà e che sono altamente lesive “della onorabilità del nostro assistito e della Sua azienda”. Scrivono che abbiamo costruito una vicenda amministrativa e giudiziaria al solo scopo di garantirci una visibilità. Scrivono anche che “il sig. Del Curatolo non solo non si è mai sottratto ai propri oneri economici, ma, per converso, è risultato creditore di cospicue somme verso il Comune di Trani”. E poi concludono scrivendo che “nel rimarcare la falsità delle accuse mosse nei confronti del sig. Del Curatolo e della Sua azienda… si preannunziano azioni legali nei confronti di coloro che si sono resi responsabili delle distorte ed infamanti informazioni”. Ma cari avvocati, se tutto questo è vero, perché non preannunciate una bella querela anche nei confronti del Comune, che nella delibera di transazione ha messo per iscritto le stesse cose che abbiamo scritto noi giorni fa? Perché, se è tutto falso, firmate una transazione con il Comune? Ma pensate davvero di intimorirci o di farci paura? Dei bravi avvocati come sono Luigi e Giuseppina Chiarello, a nostro modestissimo avviso, avrebbero dovuto consigliare al proprio assistito di restare in silenzio, di firmare la transazione e di ringraziare il cielo di non essere stato sfrattato, come il Comune stava facendo, vedi procedimento avviato non da Trani#ACapo, ma dal Commissario straordinario, il vice prefetto Maria Rita Iaculli. E lei, non la querelate? Gli avvocati Luigi e Giuseppina Chiarello preannunciano azioni legali nei confronti del nostro movimento, che si è reso responsabile a loro avviso di aver diffuso “distorte ed infamanti informazioni”.
Noi, invece, riteniamo di aver riportato fedelmente quanto è scritto negli atti del Comune. Ma evidentemente sono informazioni che dovevano restare chiuse nei cassetti di Palazzo di Città, come da 11 anni a questa parte. Ribadiamo che non vediamo l’ora di trovarci davanti ad un magistrato per raccontare questa storia, quindi ben venga la querela preannunciata. Avevamo già preparato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, ora aggiungeremo anche noi una querela per diffamazione, visto che veniamo accusati di aver diffuso informazioni distorte. E comunque, nella loro nota, gli avvocati Luigi e Giuseppina Chiarello luogo di “culto culinario” a proposito delle Lampare potevano anche risparmiarselo visto che parliamo di una chiesa mai sconsacrata.
Movimento Trani#ACapo
Antonio Procacci, Portavoce
Aldo Procacci, Capogruppo
Maria Grazia Cinquepalmi, Consigliere
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