Eccolo in anteprima assoluta lo stemma civico ottocentesco del Comune di Trani, realizzato ad acquerello, è venuto alla luce presso l’archivio della Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma.
A scoprire l’esistenza dell’importante documento storico è stata la dott.ssa Daniela Di Pinto, archivista tranese, durante una ricerca condotta nel fondo Patetta (storico del diritto italiano), che fu acquistato da Francesco Foucault de Saint-Germain- Boaupré, conte di Daugnon. Quest’ultimo aveva fondato l’Archivio Storico Gentilizio a Milano nel 1877 ed il suo progetto era di pubblicare l’intero Archivio genealogico, una illustrazione di oltre 150 stemmi delle città italiane. È proprio tra queste carte che la dott.ssa Di Pinto, dipendente della Biblioteca Apostolica Vaticana, ha rinvenuto lo stemma a colori allegato ad una lettera manoscritta del sindaco di Trani, Giuseppe Antonacci, datata 1 maggio 1871 e firmata dal segretario comunale Egidio della Bona.
Nella lettera inviata dal sindaco si affermava che alcuni eruditi locali stavano redigendo una scheda storica della città che, non essendo ancora pervenuta, sarebbe stata spedita successivamente. Lo stemma civico scoperto ha delle differenze rispetto a quello attuale concesso con decreto dell’8 settembre 2000, dal presidente della Repubblica, Ciampi, alla Città di Trani cambiato rispetto a quello del 1914, poiché non corrispondeva al simbolo storico. Oggi lo stemma si rappresenta così: scudo di azzurro con un drago di verde con le ali aperte, con le zampe d’oro, con la coda attorcigliata, desinante in dardo e volta all’insù, sostenente la torre di argento, murata di nero, merlata alla ghibellina di quattro, il drago poggiante la zampa sinistra sulla collina di verde, fondata in punta, e afferrante con la zampa destra, posta in fascia, la testa e il collo di toro, posti in tre quarti, d’argento; sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, Fortis Ferox Fertilis.
Invece lo stemma del 1871 rappresenta uno scudo sannitico a punta di colore rosso, una delle differenze più evidenti rispetto all’at tuale stemma; all’interno vi è raffigurato il drago con le ali aperte, di verde, con la coda attorcigliata, desinante in dardo e volta all’insù. Il drago sostiene una torre finestrata e con la porta del campo aperta d’argento penta turrita. Il drago poggia la zampa destra su una testa frontale di bue color argento. Attualmente la zampa destra poggia su una testa e collo di bue con profilo rivolto a destra e la zampa sinistra poggia su una collina. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, Fortis Ferox Fertilis. Lo stemma è sovrastato da una corona dorata. Attualmente, invece, è sovrastato da una corona di città con cinque torri. Il cambiamento ha riguardato soprattutto il colore, dal blu al rosso e poi nuovamente al blu. Questa ed altre differenze tra lo stemma antico è quello vigente vengono analizzate in un excursus storico, curioso e interessante, che merita di essere edito dal Comune di Trani. Viene ricostruita, infatti, la storia dello stemma e delle sue prime attestazioni, a partire dall’epigrafe collocata sulla torre dell’orologio che riporta la data del 1473, fatta apporre dal sindaco Spirito de Piczoni.
Fonte Luca De Ceglia
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