Sono trascorsi 7 mesi dall’insediamento del nuovo Amministratore Delegato di AMET.
Sette mesi di silenzio dello stesso Danisi, del Presidente Pappolla, del Sindaco Bottaro e dell’Assessore ai rapporti con AMET Lignola.
Nessuna dichiarata programmazione sul rilancio dell’Azienda Speciale di proprietà dei tranesi che gestisce elettricità, trasporti, parcheggi e darsena.
Un’azienda dal potenziale incredibile, unica nel suo genere nel panorama italiano delle società partecipate, che ha il dovere di produrre servizi di alto livello per la cittadinanza e che invece negli ultimi anni sta subendo un colpevole disinteresse che secondo noi nasconde la volontà di svendere.
Sette mesi fa, il 6 febbraio, in occasione della presentazione dell’ectoplasma Danisi, il Sindaco dichiarò: «è assolutamente il momento di decidere, il problema di questa città in generale e delle sue partecipate è che negli ultimi anni si è deciso troppo poco». Chiacchiere!
Il Sindaco ha fatto esattamente il contrario di quanto ha dichiarato: è rimasto fermo, costringendo all’immobilità una grande azienda a capitale pubblico.
Le uniche mosse di questa Amministrazione di centroqualcosa stanno avvenendo nelle segreterie dei partiti per la nomina del prossimo Presidente.
Con spirito di collaborazione avevamo suggerito, sia per la scelta dell’Amministratore Delegato che del Presidente, una procedura trasparente, in cui perlomeno fossero individuate le caratteristiche tecniche e curriculari dei candidati, così, tanto per evitare di favorire amici e parenti…
Nessuna risposta, ad ulteriore riprova della loro ipocrisia: ignorano i suggerimenti forniti dalle opposizioni e poi tacciano le stesse di non essere propositive.
Al momento possiamo solo registrare alcuni costi a carico della collettività: una retribuzione mensile per l’Amministratore Delegato di 2.800 euro con l’aggiunta dei rimborsi per le trasferte, più un consulente legale al suo servizio a 1.150 euro mensili, e infine la redazione del Piano Industriale affidata per 32.500 euro quando avremmo potuto utilizzare la Confservizi Puglia a 16.500 euro.
A tutto ciò vanno aggiunti anche i mancati incassi per centinaia di migliaia di euro l’anno: in primis quello della mancata adozione dei parcometri (con gestione diretta da parte di AMET, non affidata a terzi), uno strumento che permette di migliorare il servizio per il cittadino e per il turista, e allo stesso tempo di incrementare le entrate.
Quegli stessi incassi, ve lo ripeteremo fino allo sfinimento, servono per il graduale ammodernamento dei mezzi, introducendo anche autobus più piccoli ed elettrici in modo da dare finalmente attuazione alla crescente richiesta di mobilità sostenibile ed ottenere una distribuzione più capillare delle fermate. Altro mancato introito: la concessione degli spazi pubblicitari sui mezzi di trasporto pubblico, spazi da sempre molto attraenti per le agenzie di comunicazione.
Ma ciò che fa più rabbia è il danno all’occupazione: ad esempio le 8 risorse per le aree di sosta andrebbero riqualificate con l’introduzione dei parcometri e formate anche per la manutenzione e gestione, ne andrebbe promosso l’utilizzo a tempo pieno e non part-time come ora. L’incremento del servizio di trasporto inoltre, giustificherebbe l’assunzione di nuovi autisti in aggiunta ai 10 attuali.
Anche la Darsena, più tutelata con un contratto di servizio adeguato e sorretta da piccoli investimenti, potrebbe vedere l’incremento delle attuali 7 risorse.
Pertanto questo scellerato modo di agire non solo non sta sviluppando nuova occupazione, ma sta anche mettendo in serio pericolo quelle 25 famiglie.
Non sono gli investimenti in servizi per i cittadini a dover essere tagliati, ma i costi della politica.
Ad esempio il Commissario Prefettizio aveva eliminato i premi di produttività per gli amministratori delle partecipate ed i compensi variabili per i membri dei collegi sindacali.
Bottaro ha invece proposto ed ottenuto di reintrodurre nei collegi di STP e di AMET il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza.
Non sono stati ancora reintrodotti i premi di produttività, ma probabilmente solo perchè quest’anno AMET ha chiuso in perdita il proprio bilancio d’esercizio 2015.
Al proposito, abbiamo avuto modo di leggere il verbale del 31 maggio con cui il Consiglio di Amministrazione, con il solo voto contrario del Presidente Pappolla, approvava il bilancio 2015 con una perdita di quasi 280.000 euro.
E allora alcune domande alle quali potrebbe rispondere chiunque, tra Presidente, Amministratore Delegato, Sindaco e maggioranza.
Anzi, potrebbe rispondere anche qualcuno dell’opposizione…
Chi e perché ha permesso di arrivare a 14 milioni di euro di crediti?
Perché Presidente ed Amministratore Delegato, che nel verbale si lamentano degli uffici amministrativi e commerciali, non hanno rappresentato ufficialmente tali inefficienze ai loro datori di lavoro, ovvero i cittadini tranesi?
A cosa sono serviti i contatori elettronici pagati profumatamente nel 2006 se la lettura elettronica non ha mai funzionato?
A chi dobbiamo attribuire la responsabilità di non aver pagato il 5° ed il 6° bimestre 2012 ed il 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro, in parte inseriti nel bilancio 2015?
A tutela dei nostri dubbi e degli interessi dei cittadini replicheremo tali domande alla Corte dei Conti.
Si potrebbe pensare che i grandi professionisti al governo della Città stiano attendendo il nuovo piano industriale di AMET: ma secondo voi era necessario un piano industriale per prendere già un anno fa alcune decisioni di buon senso?
Stanno forse aspettando certificazioni da parte della società di consulenza delle loro idee di smantellamento di un’Azienda che appartiene ai Tranesi?
Quelle stesse idee sono già state espresse nel Piano di Razionalizzazione approvato dalla giunta il 31 dicembre 2015 ma senza il coraggio di portarlo in discussione in Consiglio Comunale.
Secondo quel Piano bisognerebbe concentrarsi solo sul settore energia. E in che modo? Evitando di incassare solo alcune bollette?
In quel Piano hanno definito i trasporti come “una distrazione dal core business di AMET” (come se non si chiamasse Azienda Municipalizzata Elettricità e Trasporti dal 1964) ed hanno definito la gestione aree di sosta una “start-up” malgrado la concessione risalga a 7 anni fa.
Sempre in quel Piano, soprattutto per AMET che gestisce diversi servizi, sarebbe stato indispensabile produrre dati relativi a ciascun settore, sia per le entrate che per le uscite, e invece si sono prodotte solo conclusioni affrettate che portano alla dismissione.
Non passerà molto tempo prima che quelle idee si trasformino nella distruzione di AMET: vanno fermati prima.
Il cambio di presidenza, ormai certo ed imminente, potrebbe essere il bivio più importante, dunque il Presidente Pappolla non attenda la rimozione dall’incarico, dia le dimissioni quanto prima, spieghi ai Tranesi quanto è accaduto sinora ed espliciti chiaramente quale sorte li attende.
In chiusura: ma l’impegno del Dott. Danisi proseguirà così, prossimo al nulla, o riuscirà a fare peggio dopo che è stato nominato anche Amministratore Straordinario per la gestione dell’appalto raccolta e trasporto rifiuti ad Andria e Canosa?
Antonella Papagni e Luisa Di Lernia – Portavoce M5S Trani
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