Il cibo si può comprare direttamente dall’applicazione. Con una doppia opzione: cercare le attività che aderiscono all’iniziativa, oppure individuare un piatto specifico. Una mappa geolocalizzata mostrerà i ristoranti più vicini alla posizione del cliente. Il prezzo non supera mai le quattro sterline e una volta completata l’ordinazione al client non resta che presentarsi al ristorante all’orario comunicato – solitamente è quello di chiusura – e ritirare il pasto. Non solo non si spreca il cibo, ma si evita anche di inquinare l’ambiente, perché le vaschette utilizzate come trasportino sono ecosostenibili.
Ma l’Italia non resta indietro. Nel nostro Paese abbiamo già alcune attività simili. Una di queste è MyFoody, startup con base a Milano che combatte lo spreco ridistribuendo le eccedenze della distribuzione alimentare, recuperando gli alimenti da rivenditori, supermercati o produttori che effettuano vendita diretta. Da Torino arriva invece Last minute Sotto Casa, frutto di una intuizione di Francesco Ardito, che a fine giornata mette in rete le rimanenze dei piccoli negozianti, alimentari e minimarket di quartiere a prezzi scontati.
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