“Hic sunt leones”. Ha fatto il suo effetto il primo ingresso in campo con la nuova scritta, a Fidelis Andria e Bari, perché pur senza esser latinisti il messaggio è arrivato forte e chiaro. Letteralmente, “qui ci sono i leoni”. Il diktat societario è stato raccolto dai giocatori, che hanno costretto gli ospiti all’1-1 in extremis al Degli Ulivi. I felini andriesi hanno tenuto testa eccome ai galletti baresi, passando in vantaggio col nuovo acquisto Cruz e venendo raggiunti solo all’ultimo da Sabelli. Una prova maiuscola contro una squadra di categoria superiore, un buon viatico per il Foggia. L’ultima prova, infatti, dà grande forza e coraggio alla truppa di Favarin in vista della prima di campionato, il derby che si giocherà domenica 28 agosto a porte chiuse allo Zaccheria.
Gara contratta nel primo tempo, con gli andriesi che hanno badato a contenere la maggiore forza fisica avversaria. L’unico brivido, per Cilli, all’11’, quando Gomelt, servito da Defendi, ha sfiorato il palo con un bel tiro. Più briosa la ripresa, coi nuovi attaccanti che hanno subito mostrato la giusta reattività: Fall, “premiato” dal retropassaggio errato di Basha, si è involato verso la porta e ha servito il liberissimo Cruz. L’attaccante carioca, appena entrato, ha mostrato di che pasta è fatto di fronte a Gori, infilando l’1-0. Un po’ come ha esordito Higuain allo Juventus Stadium nella stessa serata. L’unica variante, è stata la reazione avversaria, con Stellone che ha cambiato faccia ai suoi per evitare la figuraccia ed è stato premiato dall’1-1 di Sabelli nell’extratime. Sospiro di sollievo, neanche troppo convinto, per i biancorossi. Notevole iniezione di fiducia, invece, per gli azzurri.
E Favarin, aspetta un altro tassello: Ionut Rada, a Bari nell’ultimo anno e mezzo, centralone difensivo romeno che ha anche giocato e segnato in Champions col Cluj. La ciliegina su una torta gustosa, preparata con sapienza da Doronzo e Montemurro, ai quali vanno i complimenti per il lavoro svolto. Fall, Cruz, oltre ai giovani Annoni, Minicucci e Ovalle. Sei colpi per completare alla grandissima una rosa che non ha nulla da invidiare alle altre e sembra disegnata alla perfezione per il ruolo di outsider. “Hic sunt leones”, una scritta che nelle antiche cartine geografiche indicava il pericolo nelle zone inesplorate dell’Africa e che ora campeggia anche al Degli Ulivi. Una sorta di avviso agli avversari, che per non finir sbranati sul prato andriese dovranno dannarsi l’anima.
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