Ammonta a oltre mezzo miliardo di euro l’anno l’evasione tariffaria dell’intero comparto del trasporto pubblico locale in Italia. Una somma che se recuperata non solo darebbe ossigeno alle aziende, ma consentirebbe anche di garantire un servizio migliore. In Puglia si calcola che una percentuale di viaggiatori superiore al 30% non acquisti il biglietto.
Sono i dati emersi venerdì 8 luglio a Bari nella seconda giornata del convegno internazionale sulle tariffe del Tpl organizzato da Asstra (Associazione delle Aziende di Trasporto) in collaborazione con Uitp (Associazione Internazionale delle Aziende di Trasporto). Naturalmente quella del recupero dell’evasione è solo una delle cause che mette in difficoltà le aziende, come ha spiegato l’assessore alla Mobilità della Regione Puglia, Giovanni Giannini: “Per evitare l’incremento delle tariffe – ha sostenuto ricordando che da noi sono le più basse d’Italia – la Regione ha contribuito con 18,5 milioni di euro per tre anni. Ora il sistema non si tiene più in equilibrio e bisogna intervenire, tenendo presente che quello della mobilità è un diritto costituzionalmente garantito, considerato che è propedeutico ad altri diritti, dal lavoro allo studio. Per questo sono in cantiere delle novità che dovrebbero intervenire sulle fasce di reddito, per dare a tutti la possibilità di muoversi, pagando il biglietto equamente, secondo le proprie capacità”.
Ovviamente, quello dell’evasione è un tema particolarmente delicato, che si inquadra nel discorso delle “Due Europe e due Italie”, che purtroppo contraddistingue il settore in senso tariffario. Del resto, basti pensare che in Europa non pagare un biglietto è un reato penale e da noi no. Non solo: se in Italia le tariffe sono le più basse del continente e in Puglia le più basse d’Italia, l’evasione tariffaria fa ulteriore differenza in negativo.
Le conclusioni dei lavori sono state tratte dal presidente nazionale di Asstra, Massimo Roncucci: “I cittadini ci chiedono qualità – ha detto – e noi in cambio ai cittadini chiediamo di pagare il biglietto. Perché quel denaro serve, soprattutto se reinvestito, proprio a migliorare la qualità che ci chiedono. In sostanza, per garantire un servizio di trasporto pubblico di buon livello ognuno deve fare la propria parte: le aziende lavorando per dare il massimo del servizio, il governo programmando e la gente facendo il proprio dovere. Ma va detto con chiarezza che se questo sforzo non è dentro a una strategia chiara di miglioramento del sistema (in presenza di regole certe), non faremo passi avanti. Le scelte devono essere nette e precise. Servono città più vivibili e più attrattive a tutti i livelli. Mai come ora è necessario puntare sulla mobilità sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e trasportistico. Tutto questo è fondamentale per il salto di qualità che abbiamo il dovere di perseguire”.
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Il signor Roncucci nell’azienda in cui è presidente nemmeno lo sa che percentuale di evasione ha, nemmeno si preoccupa di far girare i verificatori