Il modo migliore per onorare e rispettare i morti, i feriti e le famiglie coinvolte dal terribile incidente ferroviario in Puglia è smetterla con le strumentalizzazioni di vario tipo della tragedia pugliese e le dietrologie dei cosiddetti esperti che stanno inondando i media in questi giorni. Lo scontro dei due treni di Ferrotramviaria, che, ricordiamo, è una realtà di eccellenza nel panorama del trasporto ferroviario regionale, è stato una concomitanza di circostanze eccezionalmente negative. Il nostro non è un modo fatalista di liquidare la faccenda, ma riteniamo indispensabile che passato lo choc iniziale si cominci a ragionare a mente fredda. Il tema all’ordine del giorno è la sicurezza delle linee ferroviarie regionali diverse dalla rete gestita da RFI.
Stiamo parlando di una rete di circa km 3.500 per la quale, come associazione di rappresentanza del settore, stiamo chiedendo da tempo di applicare la stessa politica di investimenti a suo tempo adottata per la rete di RFI subito dopo gli incidenti di Piacenza e di Crevalcore.
Apprendiamo dal ministro Delrio che ora sono disponibili per questa tipologia di rete ferroviaria 1,8 MLD di euro. Questa è una buona notizia perché il tema della sicurezza ferroviaria è un tema nazionale da affrontare con interventi statali ad hoc. Alcune regioni, a partire dalla Puglia, stanno facendo investimenti significativi in questo senso ma non possono essere lasciate sole.
Gli stanziamenti preannunciati dal Ministro dei trasporti potrebbero essere un primo passo positivo a cui, però, dovranno seguire atti concreti, concordati con le regioni, secondo un programma che ha necessariamente bisogno di un tempo congruo per essere realizzato. Nel frattempo è essenziale chiarire che le linee regionali in questione sono tutte dotate di sistemi di sicurezza adeguati alla tipologia di traffico svolto, i sistemi attualmente in uso sono: blocco conta assi su 1260 km di linee; blocco automatico su 810 km; blocco telefonico su 751 km; distanziamento a tempo e servizio a spola su 600 km. Il tema, piuttosto è quello dell’implementazione dei più moderni sistemi tecnologici che, riducendo al minimo i rischi legati al fattore umano, aumentino i livelli sicurezza già esistenti che si fondano su sistemi tecnologici adeguati alle caratteristiche e alla capacità delle reti.
A proposito di tecnologia, va detto con chiarezza che il sistema di messa in sicurezza automatico (i cosiddetti SCMT e SCC) che copre una buona parte della rete RFI, di per sé non è la panacea, per questo il tavolo tecnico, da avviarsi al più presto, dovrebbe analizzare le diverse soluzioni per intervenire su tutte le reti in modo globale con soluzioni integrate. Lo dichiara l’ASSTRA, associazione nazionale trasporti a cui aderiscono la maggior parte delle imprese di trasporto pubblico locale operanti in Italia, tra cui 25 imprese ferroviarie regionali.
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