La Procura di Bari ha chiesto il fallimento della società di trasporto Ferrovie del Sud Est e Servizi automobilistici srl. L’istanza, depositata presso il Tribunale di Bari, sarà assegnata nei prossimi giorni alla competente sezione fallimentare che dovrà valutarla. Stando agli accertamenti disposti dalla magistratura barese nell’ambito di un’indagine per peculato, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato, la società – attualmente commissariata – avrebbe accumulato debiti per oltre 300 milioni di euro fino al 2014. Importi che l’avrebbero portata al dissesto. I debiti sarebbero stati causati dalla vecchia gestione societaria, e in particolare dal suo ex amministratore unico Luigi Fiorillo, attraverso sprechi e consulenze d’oro. L’istanza di fallimento apre infatti la strada all’ipotesi di reato di bancarotta a carico della vecchia dirigenza.
L’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dai pm della Procura di Bari Francesco Bretone, Luciana Silvestris e Bruna Manganelli, è stata aperta dopo la relazione dei commissari di Fse sulle spese, tra investimenti e consulenze, che negli ultimi anni avrebbero portato l’azienda quasi al crac. Nelle scorse settimane nei confronti di quattro indagati – Fiorillo, gli avvocati romani Angelo Schiano e Pino Laurenzi e l’ingegnere salentino Vito Antonio Prato – sono state eseguite perquisizioni e sequestri il cui esito è ora al vaglio degli inquirenti baresi. Su questa vicenda è in corso anche un procedimento da parte della Corte dei Conti, che nel giugno scorso ha disposto un sequestro conservativo per danno erariale per oltre 4,5 milioni di euro. Nei confronti di Fiorillo e di altre sei persone la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio anche per un’altra vicenda, relativa alla presunta truffa dei vagoni d’oro; l’udienza preliminare si concluderà il prossimo 25 ottobre.
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