Ormai è chiaro a tutti: il sindaco Cascella non ha più una maggioranza e quella che ha concorso alla sua elezione più di tre anni fa si è dissolta definitivamente.
Ha cominciato a sfaldarsi sin dal primo consiglio comunale e da allora è stata mano a mano stravolta dalle defezioni, i distinguo, le lotte intestine e la corsa ad accaparrarsi poltrone.
Nel consiglio del 25 Luglio, dietro ammissione dello stesso sindaco, suggellato dalla standing ovation al consigliere Alfarano, si è confermato per l’ennesima volta quello che ripetiamo da tempo: la maggioranza che lo ha eletto non esiste più e Cascella, auspicando l’ennesimo confronto chiarificatore in cui neanche lui stesso crede più, naviga a vista, certo di trovare in questo o quel consigliere una stampella su cui reggersi.
Nel frattempo assistiamo increduli all’ex candidato sindaco Alfarano che si comporta come un responsabile consigliere di maggioranza, mentre un capogruppo di maggioranza agisce come l’ultimo dei consiglieri di opposizione. Tutti dilaniati dal terribile dubbio amletico “essere o non essere (presenti), questo è il problema”.
In questo quadro desolante ci chiediamo come si possa pensare di approvare provvedimenti che non vadano oltre l’ordinaria spicciola amministrazione e con quale legittimazione e quale maggioranza si potranno affrontare i grandi temi come il PUG, che ci si appresta a discutere prima della fine del mandato.
Il pessimo consociativismo a cui assistiamo, che ha ormai come solo argomento il non lasciare in mano la città all’ “antipolitica”, di certo non può farlo. A chi ne sbandiera lo spauracchio, consigliere Cannito in primis, a cui si è accodato il sindaco Cascella, rispondiamo che la vera antipolitica sono i partiti stessi che siedono in consiglio comunale, nessuno escluso. Ognuno preoccupato del proprio tornaconto politico ed elettorale: se non lo fossero, per il bene di Barletta, sarebbero già tutti a casa.
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