Il 28 dicembre scorso il Consiglio comunale, con il nostro voto contrario, approvava l’atto di indirizzo sulla ricapitalizzazione di Amiu, opera d’arte completata il 5 maggio scorso con l’approvazione definitiva di quello che hanno definito il salvataggio di Amiu. E’ trascorso oltre un mese d’allora e siamo ancora ad un nulla di fatto.
Prima perizia, seconda perizia, perizia della perizia, primo parere, secondo parere, parere del parere, ma della ricapitalizzazione, al di là di tante belle chiacchiere, non c’è ancora alcuna traccia. Amiu, all’11 giugno 2016, a pochi giorni dal Consiglio comunale in cui dovrà essere approvato il bilancio del Comune, è ancora una società senza capitale sociale. Ciononostante continua ad operare come fosse una società florida, assume persino nuovo personale.
E’ questo il modo corretto di gestire una società per azioni che muove milioni di euro ogni anno? E i sindaci che fino hanno fatto? Per loro va tutto bene? Noi lo diciamo ormai quasi di un anno, quello di Amiu è un bubbone che prima o poi scoppierà e saranno in molti quelli che dovranno assumersene le responsabilità. Non diteci che non vi avevamo avvisato.
Comunque è un vero peccato, perché Amiu avrebbe potuto consentire un risparmio di tasse sui rifiuti a beneficio dei cittadini tranesi mentre si sta verificando esattamente il contrario. Incapacità, inettitudine, sciatteria, superficialità e interessi hanno portato la società al collasso. Ci sono responsabili che hanno nomi e cognomi, ma nessuno agisce. A breve arriverà l’ulteriore stangata dell’ecotassa, che è la sanzione che si paga quando non si fa per bene la raccolta differenziata. E deve essere ben precisato che la responsabilità del fallimento della raccolta differenziata a Trani non è certamente imputabile ai cittadini, come l’amministrazione attuale vuole far credere in questi giorni, bensì al gestore della raccolta differenziata, che ha male organizzato il servizio sin dall’inizio. Che la raccolta differenziata a Trani fosse destinata al fallimento, per quel poco che si è fatto, lo si è capito sin dall’inizio. Altro che raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2016, come impone la disposizione regionale: allo stato siamo al 19,12% circa e, dunque, ben lontani dall’obiettivo imposto. Il risultato di questa incapacità di Amiu è che anziché l’aliquota di 7,50 euro per tonnellata di rifiuti conferiti in discarica pagheremo 22,56. E sapete chi pagherà questi soldi? La risposta ci appare del tutto scontata.
La stangata di tasse in arrivo sui rifiuti è già stata annunciata. I Revisori dei Conti del Comune hanno infatti già evidenziato l’aumento di ben 623.024,43 nel 2016 rispetto al 2015 per la tassa sui rifiuti. Il sindaco non può dire che il risparmio c’è stato perché la tassa non è stata aumentata: la tassa è stata aumentata eccome.
La situazione non è affatto rosea per i cittadini gravati di tasse e presto di ecotasse. Per non parlare della chiusura della discarica: si erano impegnati a portare la nostra mozione nel primo Consiglio comunale utile e invece non è stata riproposta all’ordine del giorno del Consiglio di mercoledì.
La tecnica è sempre la stessa: ritardare, rinviare, sperare che ci si dimentichi del problema. Non è così che si realizza il rilancio della città che passa anche attraverso la sana gestione delle sue società. Chi ha interesse a ritardare, rinviare, prendere tempo? Ai cittadini la non ardua risposta.
Maria Grazia Cinquepalmi
Consigliere comunale Trani#ACapo
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