C’è molto nervosismo nella maggioranza politica andriese. Le dichiarazioni, le repliche e le controrepliche fanno pensare ad una cena di fine anno, con scarse pietanze sul tavolo e i coltelli nascosti sotto la tovaglia. L’ultima materia del contendere è il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali. I salviniani attaccano i forzisti, che replicano ai leghisti che poi rispondono. Se vogliono, invece di litigare, possono venire a dare una mano al gazebo in Viale Crispi, organizzato dal Comitato provinciale per il No alle riforme, presso cui i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle stanno prestandosi come certificatori delle firme raccolte dai cittadini andriesi.
Quella del referendum, però, è una scusa, che nasconde il vero problema della mancata assegnazione delle deleghe assessorili tramite una nuova giunta politica. Dopo aver votato un disastroso bilancio comunale, i consiglieri comunali di maggioranza che si sono prestati all’ennesima ed infausta “chiamata alle armi”, dopo il calice amaro si aspettavano il “dolcetto”, lo zuccherino, un bel ruolo politico che mettesse fine alla giunta tecnica. Peccato, non è andata così per questi illustri statisti. Purtroppo per loro, altri colleghi della maggioranza, sia chi era assente sia chi era presente al voto come al gioco delle sedie organizzato dal Sindaco, hanno manifestato il loro dissenso sul metodo (e sui nomi) scelto per la nuova Giunta. Nonostante i brividi del primo cittadino per i numeri risicati sull’approvazione del bilancio, nonostante l’obbligo di firma e di voto anche per malati e partorienti oltre ai lungodegenti da tempo spiaggiati in Consiglio Comunale che non proferiscono idee, parole e opere di bene, la lite è feroce.
In questo contesto va inquadrata la lite in corso per le sedie sotto il gazebo per la raccolta firme del referendum. Dunque non il disavanzo di bilancio, non le diverse decine di milioni di euro richieste in prestito per andare avanti, non le tasse alzate al massimo, non gli immensi ritardi di pagamento, non il taglio ai servizi sociali, non la discarica chiusa da un anno, non i mancati avvii dei lavori della nuova questura e dell’interramento della ferrovia, ma solo la lotteria collegata alle poltrone da assessore. Questo stuzzica fantasie ed appetiti nel centrodestra andriese. Nel frattempo, dov’è il Sindaco in tutto questo?
Finito il giro esplorativo nelle campagne elettorali delle città limitrofe, per capire quanti voti può portare a casa per varie poltrone, a nostro avviso ha manovrato con grande astuzia politica i suoi consiglieri comunali. Basta avere in maggioranza dei consiglieri comunali che hanno talmente poco da perdere da subire il gioco di scacchi del Sindaco. Addirittura, pare che alcuni consiglieri comunali sapessero date diverse per l’introduzione della giunta politica, tutte date – a loro dire – comunicate dal Sindaco. Già immaginiamo l’avvocato Giorgino che comunica al consigliere di Noi Con Salvini che diventerà assessore il 10 giugno, per poi andare dal consigliere di Andria in Movimento per confidargli che diventerà assessore il 16 giugno per poi raggiungere il gruppo consiliare di Forza Italia con la certezza che il 1 luglio ci sarà la nuova giunta. Per capire la commedia basta riflettere sul silenzio riservato al cambio di casacca di un consigliere da Forza Italia ad altro gruppo e registrare invece i decibel delle critiche giunte da ogni dove per il successivo passaggio di una consigliera che ha fatto la stessa scelta, cambiando però il lido. Come mai tale inspiegabile differenza? Forse il primo “cambio di bikini” era funzionale ad altri giochi?
La nostra proposta è netta.
Invitiamo i consiglieri di maggioranza “responsabili” a venire a firmare la nostra mozione di sfiducia al Sindaco, così potremo mettere alla prova dei fatti anche il PD e al raggiungimento del numero previsto archiviare definitivamente la sciagura “Giorgino”
Il gruppo consiliare
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