E ricapitalizzazione fu.
Il 4 maggio il Consiglio Comunale ha approvato la delibera tanto attesa sul futuro destino di AMIU SpA. Non entriamo nel merito delle questioni economico-finanziarie, ma ciò che riteniamo inspiegabile e grave è che all’interno di una delibera che riguarda una questione prettamente finanziaria, sia stata inserita anche la questione della messa in sicurezza della discarica comunale. Inspiegabile perché, sebbene la discarica sia di proprietà dell’AMIU, si tratta di due problemi completamente diversi ed entrambi complessi che meritavano due discussioni approfondite. Grave perché si è parlato tanto del primo “punto”, su cui erano puntati tutti i riflettori, e poco del secondo che comunque è stato “incluso nel pacchetto”.
Si tratta come dicevamo del complicatissimo e costosissimo piano per la messa in sicurezza della discarica da poco approvato definitivamente dalla Regione. Intorno al piano per la messa in sicurezza della discarica l’Amministrazione ha giocato a nascondino parlando artatamente di chiusura della discarica ma ben sapendo che la stessa chiusura includeva l’ampliamento della volumetria impiantistica. Molti Consiglieri, pur non avendo mai preso atto delle insidie progettuali nascoste dal piano per la messa in sicurezza sono stati indotti ad approvarlo a scatola chiusa.
Tale piano, secondo noi pieno di lacune e contraddizioni, comporta anche l’apertura di un nuovo lotto, chiamato 2 bis, di ben 600.000 metri cubi di capacità, dicendo che si tratterebbe di una discarica di soccorso; cioè si vuole riaprire una nuova discarica su quella che si andrebbe a chiudere e che già tanti danni ha causato e continua a causare alle finanze e alla salute dei cittadini di questa città. Sembrerebbe che dal settembre 2014, quando fu accertato l’inquinamento della falda a causa di una falla nel terzo lotto, non abbiamo imparato niente e siamo pronti a ricominciare come prima. Lo stesso piano di caratterizzazione non dà per certo che la perdita del percolato avvenga dal terzo lotto, ma ci si è avventurati nella insensata scommessa di svuotare il terzo lotto per riparalo dall’interno. Inutile nasconderlo, la Regione è assetata di discariche perché quasi tutti gli impianti esistenti in Puglia producono gravi dispersioni ambientali di contaminanti con il pericoloso inquinamento delle falde acquifere. Autorizzare per la quarta volta un ulteriore lotto senza realizzare un impianto per il trattamento del percolato rappresenta un grave oltraggio all’intelligenza dei cittadini tranesi, oltre che una terribile minaccia per la salubrità ambientale e sanitaria.
Un fatto di tale importanza è stato letteralmente coperto da una montagna di discorsi retorici da parte del Sindaco e di molti consiglieri di maggioranza che, invece di rispondere nel merito delle argomentazioni di chi sollevava dubbi, non hanno fatto altro che autocelebrarsi come i salvatori della Patria, coloro che hanno scritto una delle pagine più luminose per la nostra città.
In realtà ci hanno condannato a fare un salto all’indietro dimostrando che la loro politica in campo ambientale è identica a quella delle precedenti amministrazioni di destra e cioè Trani deve avere la discarica perché la discarica fa soldi; perché quasi tutte le discariche intorno sono chiuse e sequestrate (chissà come mai) e la Regione non sa più dove buttare l’immondizia e noi dobbiamo darci da fare.
Come se Trani fosse una città talmente povera di attrattive e capacità che per quadrare i conti non può che sperare nei rifiuti altrui, perché altro non ha da offrire.
Noi pensiamo che si scriverà veramente una pagina luminosa per la nostra città quando non ci sarà più alcuna discarica perché si è avuto il coraggio di chiudere con il vecchio modo di gestione dei rifiuti affidato a discariche nocive a vantaggio di una moderna concezione economica e ambientale della politica dei rifiuti. Molti Comuni in tutta Italia lo hanno già fatto, si sono lasciati alle spalle impianti costosi e nocivi e hanno avviato pratiche virtuose di cui tutta la collettività si è avvantaggiata. I presupposti evidenziati dall’azione delle politiche ambientali di questa Amministrazione lasciano intendere che ai cittadini di Trani la possibilità di vedere realizzate tali pratiche sia preclusa ancora per molti anni.
Comitato Bene Comune
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