«La verità sulla morte di Pasolini potrebbe essere scritta in un Dossier secretato al Ministero dell’Interno e che potrebbe far riaprire il caso». E’ quanto ha continuato a sostenere il regista David Grieco che nella due giorni a Trani ha assistito prima alla proiezione del suo nuovo film “La Macchinazione”, presso il Cinema Impero, e poi ha incontro il pubblico del Circolo Dino Risi.
« La Macchinazione racconta gli ultimi tre mesi di vita di Pier Paolo Pasolini e l’ho scritto in soli 13 giorni perché avevo già tutto in mente – afferma il regista – e perché la vita del grande poeta italiano l’avevo vissuta in prima persone in quanto amico e assistente alla regia». Grieco è convinto che l’uccisione di Pasolini, il 2 novembre 1975, sia frutto di una macchinazione perché era un giornalista scomodo che aveva scoperchiato diverse verità: col romanzo “Petrolio”, i mandanti dell’omicidio Mattei, con “Salò” le violente perversioni sessuali di una casta di intoccabili, e il caso del presidente Eni, Eugenio Cefis.
«Il furto delle bobine del film Salò, fu solo un espediente per attirarlo all’idroscalo di Ostia dove poi fu ucciso. Pasolini all’appuntamento non andò da solo, con lui c’era il suo nuovo compagno, Pino Pelosi, un giovane criminale romano che, in seguito, verrà accusato dell’omicidio e condannato a più di 9 anni di reclusione».
Secondo Grieco, Pasolini va all’appuntamento perché ha un conto in sospeso col fratello Guido, partigiano, ucciso dai comunisti nella strage di Porzus. Non teme per la sua vita perché pensa di aver già raccontato, a tutti, sul Corriere della Sera, giornale per il quale scriveva, i fatti più scomodi. Un episodio, la morte del fratello, che il poeta non ha mai cancellato dalla sua mente – incalza il regista – e che lo porterà perfino ad iscriversi al Pci. Qualche tempo fa, Pelosi ha incontrato l’amico di infanzia di Pasolini e hanno parlato del fratello dell’intellettuale ».
Pasolini ha vissuto sempre una vita in guerra. Quando arriva a Roma nel 1950 ha già l’appellativo di pederastra poi a rincalzare la dose ci penserà Pelosi che racconta agli inquirenti di un gioco sessuale finito male. In realtà per Grieco si è trattato di un gioco politico perché a distanza di 40 anni si spera di individuare i suoi assassini. «Pelosi – ha mentito e continua a farlo, ha detto ancora – forse per paura di fare la stessa fine». Nel film Pasolini è interpretato da Massimo Ranieri, le musiche sono dei Pink Floyd, e si cerca di fare luce sul delitto dell’intellettuale, nel libro Grieco presenta le prove e i documenti perchè – dichiara prima di congedarsi – «voglio che il caso sia riaperto e che si tolga l’etichetta di sporco poeta» e alla domanda se il dossier secretato centra con il democristiano piu importante che non voleva che finisse tra le mani di Pasolini, Grieco annuisce.
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