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Trani – Legambiente critica la riduzione del verde a San Magno

24 Maggio, 2016 | scritto da Antonella Loprieno
Trani – Legambiente critica la riduzione del verde a San Magno
Attualità
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Legambiente critica la riduzione degli spazi verdi nel progetto della chiesa di San Magno.

Gli oltre 15.000 metri cubi previsti a San Magno con le modifiche di riduzione degli spazi verdi approvate nel consiglio comunale di Trani – si legge in una nota – certamente mal si conciliano con l’ enciclica laureato si’     del Santo padre Francesco sulla cura della casa comune. La città di Trani da decenni ha l’abilità di convertire spazi urbani o candide “aree bianche” in agglomerati cementizi disattendendo le promesse di aree verdi per la cittadinanza, e riprova ne sono l’area di Villa la Pietra, via Napoli, la Zona 167, ampie aree di via Bisceglie come di via Barletta. La sorella terra protesta inutilmente per “l’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”. Nonostante le invocazioni del Santo Padre il saccheggio continua ed adopera anche del Clero che tra “residenze al mare” e “super canoniche” “dimentica che noi stessi siamo terra ” (sempre parafrasando la citata enciclica).

A Trani – si legge ancora – la storia si ripete costantemente ed è sufficiente che un terreno venga abbandonato e reso apparentemente incolto perché subito compaiano paladini pronti a ”liberare la terra” afflitta dal degrado. Se il Clero disattende le indicazioni del suo massimo riferimento spirituale l’Amministrazione ignora le direttive comunitarie che individuano le aree verdi urbane quale risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita in città. Se da una parte si auspicano finanziamenti comunitari dall’altra permangono le lacune nelle politiche di gestione degli spazi aperti e, più in generale, nella pianificazione urbanistica locale. Le richieste di Legambiente Trani di risarcire tra gli altri i cittadini di via Romito (nei pressi dell’ex distilleria) con un polmone verde di fianco al Castello vengono disattese da decenni unitamente al recupero e bonifica della costa nord devastata dagli insediamenti artigianali e parimenti ancora versano nell’oblio le istanze di una gestione territoriale più sostenibile, capace di integrare i servizi ambientali delle aree verdi e degli spazi aperti urbani nella pianificazione urbanistica locale.

La Carta delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile (o Carta di Aalborg) e la Strategia tematica per l’ambiente urbano (Commissione Europea ) sanciscono il ruolo cruciale giocato dalle città per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile e degli obiettivi prefissati nella strategia di Lisbona laddove il verde urbano non debba considerarsi solo come “tassello urbanistico”, come spazio non costruito (pronto a saziare improvvisi appetiti , ma va soprattutto inteso e gestito come componente fondamentale della qualità della vita e della sostenibilità urbana, grazie ai molteplici servizi e benefici – non solo ambientali – che esso fornisce al sistema città. Si impone un approccio eco-sistemico onde passare da una valutazione meramente “passiva” del verde ad una lettura più integrata di tutti quei flussi di servizi e funzioni che esso produce e capire cosa questi significhino in termini di “ricchezza” materiale o immateriale, diretta o indiretta per la sostenibilità e la qualità della vita e di come per il benessere collettivo spazi verdi possano essere più utili di nuovi volumi costruiti. Il rapporto tra sostenibilità urbana e il verde presente nelle città è ancora poco investigato ed invece occorre comprendere a cosa serva il verde in città e quali sono i suoi benefici, e per quale motivo è bene mantenerlo, gestirlo e possibilmente, accrescerlo.

Il Rapporto annuale Ecosistema Urbano di Legambiente individua le varie interazioni e processi relazionali che s’instaurano fra la componente umana e quella vegetale, fra gli spazi costruiti e i “vuoti urbani”. Per quanto urbanizzata la natura in città è comunque presente e si invoca l’Amministrazione a dotarsi di un piano del verde e delle mobilità, anche quale fondamentale presupposto per accedere ai prossimi finanziamenti europei, superandosi la concezione tecnica del mero standard urbanistico e riconoscendo il valore strategico di politiche integrate di sostenibilità urbana. Occorre assumere le consapevolezza che pianificare e gestire il verde pubblico non significa soltanto occuparsi degli aspetti riconducibili ad un’opera o un servizio pubblico, ma coinvolge necessariamente anche valori di carattere naturalistico e paesaggistico nonché significati legati alla percezione e ai desideri della popolazione residente per la quale la multifunzionalità del verde in città assume un valore in sé, al fine di massimizzare le sinergie con altri settori strategici (edilizia, mobilità, sanità, lavoro).

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