“Rispetto ad una materia sensibile come la sanità pubblica, nello specifico quella che riguarda da vicino la comunità andriese e l’ospedale “Bonomo”, abbiamo avviato un percorso di confronto e di condivisione con la direzione generale della Asl Bat, finalizzato al raggiungimento della migliore pianificazione socio sanitaria possibile, compatibile con i tempi e le risorse disponibili, nel quadro del discusso piano di riordino regionale e delle modifiche successive al suo tortuoso iter istituzionale”.
Così il consigliere regionale Nino Marmo, componente della commissione sanità, sintetizza il suo pensiero dopo la recente visita effettuata in tutti i reparti del nosocomio andriese ed il successivo incontro con il dr. Ottavio Narracci, cui ha resocontato nel dettaglio le risultanze dell’ispezione.
“Al direttore generale – ha ricordato Marmo – ho rappresentato le problematiche più urgenti del “Bonomo”, a partire dalla necessità di recuperare al più presto i circa 50 posti letto inespressi a causa di una cattiva razionalizzazione degli spazi, innalzando il deficitario e penalizzante rapporto posti letto/abitanti. Occorrerà pertanto porre mano alla ristrutturazione del sesto piano e dell’ex padiglione della rianimazione, mettendo a regime l’utilizzo di tutti i letti operatori, per limitare le degenze pre-operatorie e liberare posti letto più velocemente. Sarà poi indispensabile adeguare in tempi rapidi la pianta organica, attualmente piena di caselle vuote, a partire dai primari (Neurochirurgia, Pronto soccorso, Medicina, Pediatria, Urologia) e giù a cascata per tutto il personale infermieristico, autentico nervo scoperto del Bonomo”.
“In questa ottica – ha proseguito Marmo – le risposte sono state confortanti, perché i concorsi per i primari sarebbero in dirittura d’arrivo, mentre il personale infermieristico sarà a breve integrato con l’immissione di alcune decine di unità, in deroga concordata al blocco delle assunzioni”
“Certo, permangono numerose criticità su cui abbiamo sollecitato la ferma attenzione della direzione generale, riscontrando grande sensibilità ed ascolto. Dalla incongruità degli attuali 14 posti letto in Medicina, con medici in condominio con l’ospedale di Canosa, alla disagiata allocazione dell’Ambulatorio Ginecologico; dalle carenze di una Pediatria all’osso, priva di spazi idonei per la Neonatologia Patologica e senza un Pronto Soccorso Pediatrico, alle sale parto ormai tecnologicamente datate della Ginecologia; dalla promiscuità tra Urologia e Neurologia, alla fatiscenza e inospitalità dei locali del Laboratorio Analisi; dalla mancanza di una struttura semplice ed autonoma di Emodinamica, alla carenza di macchine di ultima generazione e di tecnici specializzati per la Radiologia. Senza dimenticare – ha concluso Marmo – che nell’ottica di un futuro nuovo ospedale, non è pensabile rinunciare a pur ridotte unità di Otorino, Chirurgia plastica, Oculistica e Nefrologia”.
Sull’argomento si registra anche un puntuale intervento del dr. Ottavio Narracci, sull’architettura di insieme della rete sanitaria del nord barese, che vede Andria al centro di una visione articolata e funzionale all’epidemiologia dell’intero territorio provinciale.
“L’ospedale di Andria – ha rimarcato Narracci – mantiene, consolida e sviluppa il profilo di polo aziendale per l’emergenza urgenza, a presidio dell’intera dorsale ospedaliera murgiana, con una particolare evidente attenzione alla presenza di alte specialità come Neurochirurgia, Cardiologia e Urologia: discipline ridimensionate in altre aree del territorio regionale ed invece confermate nella rete Asl Bat. E’ poi fondamentale sottolineare che la giunta regionale ha ufficialmente riattivato le procedure per il finanziamento e la costruzione del Nuovo Ospedale di Andria, vale a dire una struttura con oltre 400 posti letto, suscettibile dunque in prospettiva di essere riclassificata come ospedale di secondo livello”.
“In questa ottica – ha continuato Narracci – garantisco tutto il mio impegno per un percorso virtuoso dell’iter procedurale, che non sia soltanto di carattere tecnico edilizio, ma soprattutto socio sanitario. Nel frattempo, le risorse residue ancora disponibili per l’edilizia ospedaliera su Andria, pari a cinque milioni di euro (art. 20 seconda fase) saranno opportunamente dedicate all’attuale Ospedale, per garantirne la piena funzionalità, in linea con quanto previsto dalla programmazione regionale vigente. Ulteriori risorse già disponibili, come quelle del FESR 2014/2020, saranno poi impiegate in tempi brevi per il miglioramento ed il rinnovamento di alcuni servizi a carattere ambulatoriale, a cominciare dall’Emo-dialisi”.
“In definitiva – ha concluso Narracci – questa Direzione Generale rimane pronta, pur nel rispetto del quadro regolamentare regionale, a confrontarsi in maniera aperta con le rappresentanze istituzionali e con tutti i legittimi portatori di interesse rispetto ad una materia che investe così da vicino la vita delle persone, delle famiglie e dell’intera comunità”.
“ Resta inteso – ha sintetizzato Marmo – che seguiremo passo passo gli sviluppi relativi alla rifunzionalizzazione ed alla razionalizzazione del Bonomo, oggetto di troppe dimenticanze nell’ultimo decennio”.
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