breaking news

Trani – L’ex brigatista a Luna di Sabbia: Il mondo brutto di oggi è il risultato di quella storia

17 Aprile, 2016 | scritto da Redazione
Trani – L’ex brigatista a Luna di Sabbia: Il mondo brutto di oggi è il risultato di quella storia
Attualità
0

Le aspettative non sono state smentite. All’appuntamento con Barbara Balzerani, ex brigate rosse, presso la libreria Luna di Sabbia, si sono presentati davvero in tanti tra curiosi e letterati. Le polemiche sorte in questi giorni per la presenza della militante delle Br a Trani, ha inevitabilmente spinto le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, a presidiare la zona che è stata interdetta al traffico. All’esterno della libreria, in segno di contestazione, Gioventù Nazionale ha esposto uno striscione con la scritta “Fuori le Brigate Rosse da Trani” e deposto una rosa in piazza Martiri di Via Fani.

In libreria la Balzerani ha presentato il libro autobiografico “Compagna Luna”, un dialogo interiore che ci permette di comprendere meglio il contesto politico degli “Anni di Piombo”. Niente fatti, ma l’ideologia che ha spinto migliaia di persone e giovani 20enni a lottare per l’emancipazione del proletariato, perfino con gesti estremi ed eclatanti come il rapimento e l’uccisione, nella primavera del 1978, dello statista della Dc Aldo Moro e la morte di più di 400 persone.

Il mio libro – inizia a raccontare l’ex brigatista detta Sara, dopo l’introduzione di Vito Santoro, curatore della rassegna letteraria “Scrittori nel tempo”, è un grido di dolore pieno di domande che parte da molto lontano, da quando ero una bambina e mia madre, operaia in fabbrica, mi ripeteva sempre che la nostra vita era quella e che non potevamo avere altro, e che il potere è terribile. Non ti fare coinvolgere dal potere, mi ripeteva spesso, e se succede non farti mai mettere i piedi sopra. Si andava delineando così il mio carattere e quando mia madre è venuta a trovarmi in carcere e mi ha chiesto se mi ero pentita, le ho detto “No. Secco il suo “vabbè”.

E’ un fiume in piena la Balzerani e va dritta per la sua strada. “Mia madre, donna tosta, era convinta che l’istruzione fosse importante e l’aria inizia a cambiare proprio quando viene data la possibilità ai figli degli operai di entrare nelle scuole superiori dove si forma la classe dirigente. A quel punto il nostro interesse era unire le forze, classe operaia e studenti insieme, pronti a scendere in piazza, a difenderci, costruendo una forza per attaccare. Eravamo convinti che, solo con le lotte, la realtà potesse cambiare”.

Poi affronta il delicato argomento dell’uccisione di Moro, di cui lei è stata tra i protagonisti del commando.“Volevamo colpire il potere forte, dichiara, ma non vorrei che l’accanimento ad un solo fatto non ci permetta di guardare la storia, di domandarci come è stato possibile, cosa ha spinte me e i mie compagni ad agire in quel modo. Il risultato di quella storia è il mondo brutto di oggi, dove chi ha vinto non ha per forza ragione e chi ha perso deve dichiararsi colpevole e pentirsi per essere ascoltato. Noi non abbiamo sacrificato la gioventù, perchè abbiamo fatto tutto quello che volevamo e sapevamo a cosa andavamo incontro. Noi eravamo i figli del proletariato.

Poi si lascia andare e tra le righe ammette che “in ogni situazione si muovono tante forze”. Dopo una lunga latitanza, venne arrestata nel 1985 per reati politici. Scontata la pena ed esce nel 2010. “Il carcere si sopporta perché pensi che un pezzo del tuo mondo, fuori, continua a resiste. Poi ti accorgi che la realtà è cambiata e che quel mondo in cui tu hai creduto non c’è più. Il linguaggio delle persone non lo conosci”.

Durante la conversazione ha speso parole anche per i dissidenti all’esterno della libreria, invitandoli ad entrare per fare chiarezza sui loro ideali che forse non conoscono bene. Del resto la Balzerani in quegli anni c’era e la lotta l’ha vissuta e pagata sulla sua pelle. Santoro infatti ha precisato che si è trattato di “un incontro per capire, per comprendere, non per giustificare o assolvere qualcuno. Per quello ci ha pensato e ci pensa la giustizia”.

di Antonella Loprieno

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend