Un corpo tarchiato, il bacino largo, una statura non elevata – 1 metro e 65 cm – la fronte sporgente, il naso molto grande. L’uomo di Altamura ora ha un volto.
Lo scheletro di Homo neanderthalensis, scoperto precisamente il 3 ottobre 1993 nella grotta di Lamalunga, nei pressi di Altamura e datato tra i 128.000 e i 187.000 anni fa, è stato ricostruito a grandezza naturale dai paleo-artisti olandesi Adrie e Alfons Kennis, fra i più qualificati al mondo in ricostruzioni paleoantropologiche, nelle quali si combinano dati scientifici e interpretazione artistica.
Con tanto di barba, baffi e capelli, la ricostruzione è stata presentata durante un incontro con la stampa nella giornata di ieri, martedì 26 aprile.
Per ricostruire le sembianze di quello che è uno dei più antichi esemplari di uomo di Neanderthal gli scienziati e i due fratelli Kennis non hanno dovuto spostarne i resti. Hanno lavorato a partire dai dati della scansione laser e del Dna. Lasciando le ossa incastrate nella roccia proprio là dove furono ritrovate, ne hanno poi ricostruito le sembianze con il silicone.
“La ricostruzione è totalmente ispirata alle informazioni raccolte finora dagli scienziati“, ha detto il paleontropologo Giorgio Manzi della Sapienza Università di Roma,che con il prof.David Caramelli Università Firenze, coordina le ricerche sullo scheletro fossile scoperto da speleologi nel 1993 e ancora incastrato nella roccia.
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