Domenica, 10 aprile alle ore 18,30 al Teatro Curci di Barletta per un unica data in Puglia che sta facendo registrare il tutto esaurito “La Traviata delle Camelie”, Marguerite e Violetta: donne sull’orlo di una crisi respiratoria
Insieme avevano già lavorato su Don Chisciotte e Madame Bovary e ora proseguono questo “sforzo divulgativo eroico” dove il gioco diventa cultura, la parodia divulgazione affrontando un viaggio semiserio attraverso le bellissime pagine de la Dama delle Camelie di Dumas e le immortali arie verdiane, affidate all’International Chambers Players (Beibei Li, soprano, Fabio Battistelli, clarinetto, Augusto Vismara, violino,
Riviera Lazeri, violoncello) per l’adattamento musicale di Pietro Paolo Vismara.
Lo spettacolo si snoda sull’interazione tra i due artisti. Riondino è il fine dicitore, ovvero l’attore ‘serio’ impegnato a divulgare la vera storia della ‘Traviata’, mentre Vergassola, l’incredulo spettatore di tanta vicenda, interpreta, con la sua comicità, il ruolo del ‘disturbatore’, che spesso interrompe il racconto per accostare alla trama originale alcune storie o vicende recenti del Bel Paese.
Questa loro Traviata delle Camelie affronta tutti i temi chiave dell’opera : colpa, peccato, gelosia, redenzione, felicità, che sono i motori dei principali comportamenti umani, ma anche sentimenti spesso eccessivi sui quali si può ironizzare con leggerezza.
Il loro umorismo schietto e dissacrante condisce la trama alleggerendola e riportandola anche all’oggi, con diverse incursioni satiriche. Irrompono così continuamente riferimenti a personaggi e situazioni d’attualità, che non sviano comunque lo spettatore dalla trama originale, saldamente tessuta dal fine dicitore Riondino, stuzzicato da un irreverente Vergassola, nei panni di un incredulo spettatore, sorta di Pierino ultimo della classe e guastafeste.
Riondino sarà l’attore “serio”, impegnato a divulgare la vera storia della “ Traviata” (mettendo in scena uno dei grandi classici della letteratura, come impone un falso comitato culturale voluto da Renzi), Vergassola farà la parte del disturbatore. Ruolo più che mai azzeccato, per l’artista genovese, che spesso interromperà il racconto, con la sua irresistibile comicità, per accostare alla trama originale alcune storie o vicende recenti del Bel paese. «La chiave è proprio questa ha affermato Riondino io racconto, lui chiosa, fa digressioni e si fa incantare dalla trama. Il gioco è semplice per merito delle sue doti comiche». Sarà un’ora e mezza di “lectio” di un grande classico, grazie a David Riondino, con un esilarante e incontenibile Dario Vergassola. A questo proposito Vergassola, facendo un chiaro riferimento alla tradizione circense, ha dichiarato: «Ormai i nostri spettacoli sono diventati quasi un format, diciamo che Riondino è il clown bianco ed io l’augusto. Certo è, continua , che la gente ride, si diverte e impara a conoscere dei classici che forse non aveva mai letto». Sul palco, insieme ai due mattatori, la bravissima soprano cinese Beibei Li, canterà le più famose arie del capolavoro verdiano.
Apparentemente in contrapposizione, in realtà complici nell’esprimere quel glamour, quel disincanto, quell’ironia al veleno, che li contraddistingue nel panorama del teatro comico italiano e ne fa due interpreti raffinati, mai sopra le righe e mai alla ricerca di una comicità fine a se stessa. Il risultato è che la gente ride, si diverte e impara a conoscere dei classici che non aveva mai letto, o a rileggerli da altri punti di vista, se già li conosce.
La storia mantiene naturalmente il fascino e la malia delle grandi passioni e delle tragedie, che non lasciano vie d’uscita: tra amore, morte, senso del peccato, sentimento, colpi di scena. È una ricerca della felicità, che però deve fare i conti con le convenzioni sociali, i pregiudizi, il potere del denaro.
di Cinzia Montedoro
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