Imperversa la polemica sulla destrutturazione della classica Fiera d’Aprile. Questa volta a parlare è l’ex assessore Nunzio Liso:
“Nel 1996, da novello assessore allo sviluppo economico di cui avevo assunto la funzione nel dicembre dell’anno precedente, nominato dal sindaco Sinisi, sostenni con convinzione la nascita del Comitato della fiera di cui fu presidente Franco Inchingolo, ispiratore dell’innovazione che si andava a realizzare, e in pochi mesi e con poche decine di milioni di lire allestimmo un calendario di manifestazioni che porto’ la Fiera ad essere finalmente qualcosa di attrattivo per il pubblico, ben diversa dal poco più, o poco meno, di un mercato settimanale a cui si era ridotta da alcuni decenni. Riacquistò la durata di otto giorni, dal 23 al 30 aprile, con cui Francesco II Del Balzo l’aveva istituita nel 1438 e assunse la funzione di recupero identitario di una comunità attraverso la partecipazione di decine di associazioni cittadine e di istituti scolastici che si adoperarono in iniziative di esplorazione e di riscoperta delle tipicità locali.
Il naturale teatro di svolgimento fu il centro storico che tornò ad essere meta di visita e di frequentazione di tanti che l’aveva abbandonato e di tanti altri che non lo conoscevano affatto. Il successo fu immediato e clamoroso e si accrebbe negli anni successivi, con l’edizione del 1998 che fu quella che ricordo con maggior piacere, e presto la fiera tornò ad essere obiettivo di escursionisti provenienti dalle città vicine.
Si aprirono chiostri, chiese e palazzi e si scoprirono corti e slarghi di suggestiva bellezza in cui anche minute iniziative trovarono una cornice che le esaltasse. Presto anche Palazzo Ducale, da sempre luogo di leggendarie fantasticazioni degli Andriesi, diventò accessibile a tutti per la prima volta, inizialmente preso in locazione e poi acquistato dal Comune.
Altre manifestazioni furono concepite o incubate in quella fiera che diventava un evento complesso e articolato: il Biol voluto dal Consorzio Italiano per il Biologico, che nacque proprio nell’edizione del 1996, e poi Sudgheusìa, mostra mercato dell’artigianato agroalimentare del meridione d’Italia, il Festival di musica barocca Farinelli tenuto nell’incantevole contesto della chiesa di Sant’Anna, e i laboratori di architettura fra cui quello “Fra la Murgia e il mare” che studiarono il centro storico di Andria e il paesaggio circostante, con il coinvolgimento di centinaia di studenti italiani e stranieri.
Con la rinnovata FIIera che fu definita d’aprile, con la doppia II che il grafico Leonardo Di Renzo ideò per associarla a Francesco Del Balzo e che il copywriter Giuseppe Pomo appellò “classica di primavera”, si avviò quel trittico di manifestazioni tenute in diversi periodi dell’anno (Castel dei Mondi partì nel settembre 1997 e Qoco nell’ottobre 1999) con cui la prima amministrazione Caldarone volle promuovere l’immagine di Andria e di Castel del Monte e dare per la prima volta alla città un profilo di sviluppo legato al turismo.
Oggi i marchi di quelle tre manifestazioni sono sopravvissuti a diverse successive amministrazioni e ciò rappresenta un motivo di orgoglio e di soddisfazione per chi le promosse e le lanciò.
Alcune di esse però si sono affievolite e fra queste anche la Fiera di aprile, come molti in questi giorni hanno evidenziato. Di essa rimane però accesa una fiammella, certo insufficiente a rinverdire il ricordo della partecipazione e dell’entusiasmo che spesso si coniugarono anche ad una buona qualità degli eventi che contraddistinsero quelle edizioni a cavallo dello scorso passaggio di secolo, ma quell’alito di vita consente ancora di alimentare la speranza che possa tornare l’impegno al recupero ed al rinnovamento delle prossime edizioni ed a riscoprirne le ragioni che mossero i pionieri di allora.”
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