Andria – Caserma Carabinieri, Bruno: “Nessun conflitto di interessi, solo intimidazioni al mio ruolo di consigliere”

Politica

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Sta incassando la solidarietà trasversale di molti suoi colleghi la consigliera di Progetto Andria, l’avv. Giovanna Bruno, dopo che nell’ultima seduta di Consiglio comunale – dove si sarebbe dovuto discutere dell’erigenda nuova sede dei Carabinieri, discussione poi rimandata in apertura di assise per ragioni tecniche – è stata resa nota una missiva che segnalerebbe un possibile conflitto di interessi tra la sua persona e l’iter della delibera che riguarda il progetto della caserma.

Nel dettaglio, all’inizio dei lavori è stata la stessa consigliera di PROGETTO ANDRIA a chiedere al Presidente di distribuire e dare pubblica lettura di una nota pec che il progettista della Caserma (ing. Antonio Recchia) ha inviato il 5.3.2016 proprio al Presidente del Consiglio, chiedendo che gli organi competenti accertino l’esistenza di un conflitto di interessi in capo alla Bruno, che dovrebbe comportare la sua non partecipazione ai lavori di questa delibera.

Secondo l’ing. Recchia il conflitto sarebbe dato dal fatto che la Bruno esercita la sua professione di avvocato insieme a suo fratello, che sarebbe uno dei difiensori (in un procedimento penale del 2008) di un tecnico del PRG di Andria.

La Bruno ha rispedito seccamente al mittente tale ipotesi: “Il vero portatore di interessi – ha detto – è proprio l’ing. Recchia che ha progettato la Caserma di cui vuole spingere per la realizzazione”.

L’avv. Bruno si è difesa facendo notare che “non esercita la sua professione nell’ambito di uno studio legale associato, che suo fratello non è penalista e non difende nessun tecnico del PRG di Andria e che  tale richiamo a questo procedimento penale (in cui Recchia è consulente del Sosituto Procuratore), non ha alcuna attinenza con la delibera della caserma dei Carabinieri”.

Si trattrebbe perciò, secondo l’avv. Bruno, di un tentativo di intimidazione ai danni del suo ruolo di consigliere da parte dell’ing. Recchia.

“Questo è il dato grave: che un privato cittadino si permetta di disturbare le istituzioni per adombrare dubbi (infondati) su chi svolge il proprio ruolo in consiglio comunale, proprio nel mentre è in pieno svolgimento l’iter di approvazione di una delibera” ha commentatos seccata l’esponente di Progetto Andria.

Per fare chiarezza sulla vicenda l’avv.  Bruno  ha chiesto al sindaco, al segretario generale e al presidente del Consiglio di accompagnarla in procura a denunciare l’accaduto per stigmatizzare il comportamento intimidatorio assunto dal progettista.

A proposito, specificatamente, della caserma, ha poi aggiunto: “Sia in commissione che in Consiglio mi sono sempre detta favorevole alla costruzione di una nuova Caserma dei Carabinieri, ma nel rispetto della piena legittimità e compatibilità sotto il profilo urbanistico con invito ad approfondire e a ricercare una soluzione giuridicamente sostenibile. Mi sono sempre spesa per fornire contributi collaborativi all’amministrazione, studiando e vagliando sempre ogni atto con la massima linearità e trasparenza”.

Solidarietà al consigliere  è stata espressa, tra gli altri, dal gruppo consiliare dei Cinque stelle  per il quale “Il dato politico è che ancora una volta un privato portatore di un interesse economico pensa di influenzare l’operato dell’amministrazione. Tutti i consiglieri comunali svolgono il loro ruolo in nome e nell’interesse dei cittadini, di tutti i cittadini, e sono liberi di esprimere le proprie opinioni anche e soprattutto se vi sono dei dubbi, come nel caso del progetto della nuova caserma dei Carabinieri ma per poter esprimere la propria opinione devono sentirsi liberi e sereni”.

Sulla stessa linea i commenti della coalizione di centrosinistra.