In occasione dell’anniversario dell’uccisione delle sorelle Porro, ricorso lunedì 7 marzo. Una ricorrenza piena di significato per la storia del dopoguerra di Andria, ma molto poco conosciuta nelle giovani generazioni.
“Una data che ha segnato per decenni l’immagine di Andria, la capitale dei braccianti e dei contadini del Mezzogiorno”; “Una data che rappresenta il segno più acuto della crisi del mezzogiorno d’Italia in quegli anni”; “Una ferita a stento rimarginata, espressione quasi simbolica della dimensione tragica dei tumulti popolari di quel lontano marzo 1946”; “Una delle pagine più oscure della storia di Puglia”.
Settantanni fa, appunto, l’esecuzione per mano “popolare” delle sorelle Carolina e Luisa Porro. Una vicenda che, comunque la si riguardi, e quale che sia l’ottica personale e politica, lascia interdetti. Una vicenda su cui il Tempo trova ancora difficoltà a stendere una visione più neutrale, asettica e condivisa.
Per la serie “proviamo ancora a confrontarci serenamente”, domani venerdì 11 marzo alle ore 18.30, presso la sala conferenze del Museo Diocesano (già “Casa dei Braccianti”), in via De Anellis 46, ecco l’evento “Conoscere la propria Storia per guardare al Futuro. L’eccidio delle sorelle Porro.”
Organizzato dalla Fondazione “Onofrio Jannuzzi”, dal Centro Internazionale Studi “Luigi Sturzo”, dalla Libreria Mondadori e dalla Libreria 2000-Centro Didattico, con il Patrocinio morale del Comune di Andria e della Vice Postulazione per la Causa di Beatificazione di mons. Giuseppe Di Donna, la conferenza si propone dunque di commemorare, nel 70° anniversario dell’eccidio, non solo la memoria delle sorelle Luisa e Carolina Porro, vittime di una cieca violenza collettiva, ma anche di approfondire il contesto sociale, economico e politico della città di Andria nei primi anni del secondo dopoguerra, epoca in cui maturò l’evento criminoso. Perchè ricordare e conoscere la propria Storia costituisce un dovere irrinunciabile per chiunque abbia a cuore la propria terra natale. Perché ci aiuta a vivere il presente e ad orientare il futuro. Perchè è la chiave di volta per non cadere nuovamente nel vortice delle contrapposizioni sociali.
Uno dei protagonisti di quel difficile contesto storico fu indubbiamente il Venerabile monsignor Giuseppe Di Donna, Vescovo di Andria, per l’instancabile ruolo di mediazione tra le varie parti in conflitto. In questa ottica, Don Carmine Catalano, Vice Postulatore della Causa di Beatificazione, tratteggerà, con il suo autorevole contributo, un ritratto del “Vescovo Santo” nelle vicende andriesi del ’46-’48.
Interverranno nel dibattito, portando due visioni culturalmente“differenti”, i giornalisti Federico Pirro e Riccardo Riccardi, che converseranno con il collega Franco Di Chio, moderatore della serata.
Il primo, autore dello scritto “La fame violenta. Il linciaggio delle sorelle Porro”, ricostruirà la vicenda in tutta la sua drammaticità, con autorevolezza e capacità di sintesi, inquadrandola nel clima socio-economico e politico di quegli anni, alla vigilia delle decisive elezioni del 1948. Riccardo Riccardi, autore del volume “Una famiglia borghese meridionale: i Porro di Andria”, fornirà, invece, un altrettanto significativo contributo storico relativo alla borghesia agraria andriese, al ruolo della famiglia Porro, alla figura delle due sorelle Carolina e Luisa, al contesto locale dell’epoca.
I lavori della Conferenza saranno aperti dal presidente della Fondazione “ Jannuzzi”, on. Benedetto Fucci, dal Sindaco di Andria, Avv. Nicola Giorgino, e dal Delegato dell’Amministratore Apostolico, don Gianni Massaro.
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