“Eravate bellissimi. Soprattutto verso sera, sfiniti dall’ultimo tentativo di ripetere la stessa battuta. Con rabbia, dicevo, con più rabbia”.
Inizia così “Una storia quasi solo d’amore”, ultimo romanzo del giovane scrittore italiano Paolo di Paolo, edito da Feltrinelli, presentato ieri, martedì 15 marzo alla Libreria Persepolis di Andria, in collaborazione con la Società Dante Alighieri.
Si incontrano una sera di ottobre, davanti a un teatro. Lui, rientrato da Londra, insegna recitazione a un gruppo di anziani. Lei lavora in un’agenzia di viaggi. Dal fascino indecifrabile di Teresa, Nino è confuso e turbato. Starle accanto lo costringe a pensare, a farsi e a fare domande, che via via acquisiscono altezza e spessore.
Il tutto accade sotto lo sguardo lungo e partecipe di Grazia, zia di Teresa e insegnante di teatro di Nino. E proprio mentre crescono l’attesa e il desiderio, Grazia esce di scena, lasciando spazio ai due giovani protagonisti. I due si liberano dai propri pregiudizi e il racconto assume una forma dialogica che permetterà a Nino e Teresa, ma anche al lettore, di visualizzare il loro amore.
Una storia che non è solo d’amore, come dice lo stesso titolo, ma è una storia sulla vita, sul confronto fra generazioni: “La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande” – afferma Paolo di Paolo riprendendo una citazione di un frammento di Archiloco, a sua volta riproposto dal filosofo novecentesco Isaiah Berlin. Da una parte il ventenne Nino, con la sua apparente indifferenza verso tutti e tutto, il suo non porsi domande sul presente, sul futuro, sulla società e sulla vita che lo circonda, sull’esistenza o non esistenza di Dio. Dall’altra la trentenne Teresa, che ancora conserva il suo scudo di certezze, di conoscenze ed esperienza. Dal confronto scaturirà il mistero del loro amore e della loro storia.
Laureato in Lettere all’Università degli Studi di Roma I “La Sapienza”, Paolo di Paolo, classe 1983, ha ottenuto un Dottorato di ricerca in Studi di storia letteraria e linguistica italiana all’Università degli Studi di Roma III.
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