Finalmente sono stati presi con le mani nel sacco due arzilli truffatori sessantenni. Un 64enne ed un 61enne di Messina, già noti alle forze dell’ordine per numerosi reati contro il patrimonio, sono stati arrestati dai Carabinieri di Bisceglie, mentre erano appena fuggiti col malloppo, dopo aver truffato un ingenuo 85enne del posto, forse l’ultimo di una lunga serie. Dovranno difendersi dalle accuse di truffa e furto con destrezza.
L’altra mattina, un pensionato 85enne del posto, appena rimasto vittima di una truffa, ha chiamato i Carabinieri per raccontare la sua storia. A tratti struggenti le parole dell’uomo: avvicinato dai due sessantenni apparentemente smarriti, dopo aver indicato loro come raggiungere il locale ospedale, la sua buona fede ed il suo altruismo lo hanno indotto a salire a bordo di un’autovettura, una Nissan Micra di colore scuro e ad accompagnarli presso il nosocomio. Durante il tragitto è stata messa in scena la truffa vera e propria. Simulando uno stato di bisogno connesso alla necessità di sottoporre un parente ad un intervento chirurgico imminente, i malviventi, affabili nei modi e impeccabili nella loro performance teatrale, mostrando una finta mazzetta di banconote (in realtà carta straccia con sopra e sotto una banconota vera), sono riusciti a convincere la vittima a prelevare circa mille euro e a consegnarglieli.
Una volta effettuato il prelievo, tornato alla macchina, i malviventi hanno trattenuto il denaro e, consegnandogli cinque euro, hanno indotto l’anziano a recarsi in una vicina tabaccheria per comprare una marca da bollo. Appena sceso dall’auto, i due si sono dileguati.
La tempestiva segnalazione e l’immediata visione delle telecamere di sorveglianza dislocate per le vie del centro abitato, combinate all’attento coordinamento delle forze già impiegate nel pattugliamento preventivo del territorio, hanno quindi consentito di individuare il veicolo ricercato e di bloccarlo nelle vicinanze. Addosso ai due occupanti, ormai scoperti e perquisiti sul posto, è stato trovato un mazzetto di banconote (questa volta vere), in tutto 3.200 euro, in parte restituite all’anziano e in parte sequestrate, quale verosimile provento di altre truffe.
Scattate le manette ai loro polsi, i due, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, sono stati trasferiti in carcere.
I Carabinieri ritengono quello appena conseguito un risultato di grandissima importanza, poiché toglie di mezzo una banda di truffatori che, con molta probabilità, aveva già più volte colpito approfittando in modo meschino dei più deboli e cioè di anziani ed ingenui pensionati. Sono diversi i modi in cui si consuma questo genere di truffe.
Una richiesta di aiuto per un intervento chirurgico, una lettura del gas o dell’energia elettrica per poter entrare in casa ed arraffare quanto possibile.
Un avvocato o talvolta un finto appartenente alle forze dell’ordine che chiede denaro, fingendo che il figlio della vittima si trovi in caserma, in stato di fermo o sia stato coinvolto in un incidente stradale.
Il suggerimento dei Carabinieri è quello di diffidare di chiunque ci fermi per strada, ci telefoni, o ci raggiunga a casa con una scusa qualsiasi. Infatti i dipendenti di aziende pubbliche non si recano a casa di nessuno, se prima non vengono chiamati dall’interessato. Chi dice di essere addetto del gas, della distribuzione dell’energia elettrica, un funzionario del Comune, un avvocato, ecc., non va fatto entrare in casa per nessun motivo.
Si deve diffidare anche da chiunque, non riconoscibile con assoluta certezza quale appartenente alle Forze dell’Ordine, ci si avvicini. In ogni caso, mai mostrare o consegnare a nessuno denaro o oggetti preziosi.
L’Arma dei Carabinieri ribadisce comunque a tutti di chiamare sempre, giorno e notte, il 112 in caso di ogni minimo dubbio o sospetto. Nella circostanza, proprio la prontezza di spirito dell’anziana vittima è stata vincente!
Send this to a friend