“Apprendiamo che, da oggi, il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Andria avrebbe deciso di chiudere una stanza del reparto, che può contenere quattro pazienti, con un divieto assoluto di ricovero per pazienti in barella. Ciò pare sia dovuto ad una carenza di personale infermieristico, ma non vorremmo che fosse il preludio di altre misure dolorose tese a depauperare la struttura andriese”. Lo dichiara il consigliere regionale, Nino Marmo.
“Per garantire una turnazione adeguata – prosegue – ci vorrebbero almeno altri quattro infermieri. Nel frattempo, accade una stranezza: i medici ricevono ordini di servizio per coprire tre notti nel presidio di Canosa che, però, è ben fornito di personale. Infatti, nel piano dei turni del nosocomio canosino, il 25/01 tutto filava regolarmente e i turni erano coperti. Dalle notizie che abbiamo raccolto, pare che sia tutto frutto di un accordo tra Pietrapertosa, primario sia a Canosa che ad Andria, con il responsabile andriese facente funzioni e con lo stesso direttore sanitario di presidio.
L’obiettivo sembra chiaro: è probabile che qualcuno voglia avvalorare la tesi dell’importanza del plesso di Canosa, anche alla luce della recente aggiunta di altri sette posti letto (giustificati con il picco influenzale) e dodici posti di lungodegenza in più. Oltre, ovviamente, a quelli che già ci sono nel presidio. Inoltre, pare che si voglia togliere anche Nefrologia al centro andriese, per trasferirla a Barletta, dimenticando che sia un centro per le emergenze-urgenze. Se si tratta, come qualcuno sostiene, di un piano architettato per svuotare l’ospedale di Andria, non resteremo a braccia conserte. È bene che si sappia”.
“E la battaglia – conclude Marmo – comincerebbe ben prima dell’esame del piano di riordino ospedaliero, che nessuno ha avuto ancora la fortuna di leggere e nelle cui more, forse, si compiono atti ingiustificati ed ingiustificabili nei territori”.
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