Un debito di 208 mila euro è alla base dell’ordinanza di sgombero che il Comune ha fatto notificare ieri pomeriggio agli attuali e ai precedenti gestori de “La Lampara” di Trani. Lo storico locale è situato in un immobile pubblico e, pertanto, soggetto a canone da corrispondere al comune di Trani. L’atto è stato notificato, per conoscenza, anche al sindaco, segretario generale, assessori di competenza, ufficio legale e dirigente dell’area Finanze. Oltre ai fitti non pagati, nell’atto si menziona anche un irregolare sub affitto fra la “Didi Strategie ed eventi di Di Lollo Antonio”, titolare del contratto d’affitto con il Comune e La “Lavoratori Lampara cooperativa”, attuale gestore dell’immobile. Sessanta i giorni di tempo concessi per sgomberare la struttura, sessanta i giorni per poter ricorrere al Tar della Puglia e centoventi per il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
“Nell’immediato – ha riferito Giorgio Lattante, presidente dell’attuale società – cercheremo di interloquire con l’Amministrazione Comunale per salvare lo storico locale, meta di turisti e fonte di economia per l’intera città e di chiarire alcuni punti alquanto incomprensibili riportati nell’atto di sfratto”.
Lattante si riferisce all’errata dicitura di “contratto irregolare” che la Cooperativa avrebbe stipulato con la Didi e alla mancata corresponsione degli affitti.
“Nel novembre del 2013, noi lavoratori della Lampara abbiamo deciso di salvare il locale, ormai al collasso a causa dei debiti, e di salvaguardare i posti di lavoro costituendo una cooperativa e stipulando un regolare contratto di affitto d’azienda. Un contratto – precisa Lattante – ratificato da un notaio e che esclude il sub-affitto menzionato nell’ordinanza di sgombero. Da quel momento abbiamo iniziato a corrispondere al comune di Trani, regolarmente fino ad oggi , il canone di locazione di è di 4.500 più 2.500 in acconto al debito consolidato dalla precedente gestione per un totale di 7 mila euro. In pratica oltre ad essere in regola con i fitti, abbiamo versato anche una cospicua somma del debito pregresso di cui eravamo consapevoli”.
La morosità di 208 mila euro sarebbe stata più elevata se la cooperativa non avesse corrisposto in tre anni, acconti sul debito pregresso.
“Versamenti – evidenzia il presidente – che il Comune non avrebbe dovuto e potuto accettare se il contratto fosse stato irregolare. Infatti, in tre anni di gestione, non abbiamo mai ricevuto dal Comune atti o segnalazioni di irregolarità”.
Precisazioni doverose che saranno portate all’attenzione dell’Amministrazione Comunale che dovrà decidere sulle sorti dello storico locale la cui gestione naturale scadrebbe ad Aprile 2017. In caso di sgombero, l’immobile resterebbe abbandonato in attesa di una nuova gara pubblica e per giunta senza arredi interni e strutture realizzate, in quanto di proprietà delle due società uscenti. Lattante da tranese teme che lo storico locale scompaia e che l’impegno dei lavoratori sia vanificato insieme all’occupazione degli oltre 30 dipendenti
Antonella Loprieno
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