Cooperazione in disastro ambientale colposo, falso e abuso d’ufficio in concorso. Sono 18 gli indagati per queste ipotesi di reato nell’ambito dell’ inchiesta della procura di Trani sui rifiuti bruciati nella cementeria di Barletta. Si tratta di responsabili di alcuni stabilimenti della zona, funzionari e tecnici della provincia, della Regione e dell’Arpa Puglia per il rilascio nel 2011 della Valutazione di Impatto Ambientale per lo smaltimento di rifiuti speciali nella Cementeria di Barletta che sarebbe oltre i limiti di legge anche in considerazione della collocazione dell’impianto a ridosso di insediamenti residenziali (200 metri).
Secondo le indagini della Guardia di finanza infatti, la cementeria Buzzi di Barletta avrebbe immesso in atmosfera sostanze inquinanti oltre i limiti di legge: gli illeciti sarebbero quindi partiti dal 2012 .
“È il caso di notare che l’indagine giudiziaria interviene a margine di una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia che aveva già respinto una richiesta dell’azienda di incrementare il quantitativo massimo giornaliero di utilizzo del combustibile da rifiuto, che in questo caso aveva visto l’opposizione sia della Regione e della Provincia sia del Comune di Barletta- è il commento del sindaco di Barletta, Pasquale Cascella -. Nel costituirsi a giudizio rispetto al controricorso dell’azienda, il Comune di Barletta ha sostenuto l’esigenza di una nuova procedura di autorizzazione ambientale fondata su una valutazione degli effetti sull’ambiente dell’uso di rifiuti speciali. Questa posizione resta ferma, e sarà fatta valere in ogni sede giudiziaria.
Parallelamente al procedimento della magistratura – prosegue il sindaco –rispetto al quale il Comune è pronto a intraprendere tutte le misure che ne dovessero conseguire, l’occasione è preziosa per una riflessione che coinvolga tutti i soggetti interessati – istituzioni pubbliche, imprese, associazioni ambientaliste – nell’affrontare risolutamente gli effetti diretti e indiretti di attività produttive che, per la loro collocazione nell’area urbana, rischiano sempre più di mettere a repentaglio la qualità della vita in città.
Le norme europee, nazionali, regionali e locali, insieme alle nuove tecnologie, mettono in campo opzioni innovative e anche economicamente sostenibili per garantire un sempre più elevato livello di tutela della salute umana e dell’ambiente. È il momento di convergere tutti nella ricerca di soluzioni che, al di là dell’interpretazione delle norme e degli atti amministrativi, tutelino il pubblico interesse allo sviluppo sostenibile.
Dalle stanze della Sesta Provincia il presidente Spina, assicurando piena fiducia all’azione della Magistratura e la contrarietà agli inceneritori, annuncia: “Se confermate le ipotesi accusatorie, la Provincia si costituirà parte civile”.
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