Barletta vanta il notissimo Castello svevo-aragonese, il Palazzo della Marra, la Cantina della Disfida, il Teatro Curci. Eccelle Trani per la sua splendidissima Cattedrale posta tra mare e terra, il Castello normanno-svevo, il Monastero di Colonna, il Palazzo delle arti “Beltrani”.
Andria, la città federiciana per antonomasia, non è da meno: Castel del Monte in primis, la Cattedrale romanica, la Chiesa di Sant’Agostino eretta dai Cavalieri teutonici nel XII-XIII secolo, piazza Vittorio Emanuele II ossia piazza Catuma, l’antichissima Chiesa di Santa Maria di Porta Santa, ecc.
All’appello manca, però, lo spazio culturale numero uno: il Palazzo Ducale, oggi denominato Palazzo dei Conti Spagnoletti Zeuli. Sito in piazza La Corte, a due passi dalla Cattedrale dedicata a San Riccardo e a Santa Maria Assunta.
È un palazzo d’epoca rinascimentale di indubbia bellezza architettonica e storica. Grandiose le sue dimensioni! È posto nel cuore del centro storico di Andria, che, ricordiamolo, resta uno dei centri storici più estesi non solo dell’Italia meridionale ma in assoluto.
Il nostro Palazzo Ducale fu eretto dai Carafa di Napoli nella seconda metà del Cinquecento, quasi sicuramente sulle rovine di un antico castello normanno-svevo. Una circostanza confermata dalla presenza del toponimo Porta Castello – via Porta Castello, che menava un tempo all’antico castello della città, ora scomparso e di cui si sono perse le tracce e la memoria.
Palazzo Ducale fu eretto dai potenti Carafa, nel tardo Cinquecento. Una costruzione imponente, piramidale e severa, la cui vista doveva suscitare meraviglia e ammirazione presso il popolo andriese e dei frequenti viaggiatori che passavano da Andria, da Castel del Monte e dalla Puglia.
Molte le leggende attribuite al nostro Palazzo Ducale. Per esempio, si diffuse la diceria che fosse composto da 365 stanze, pari allo stesso numero dei giorni dell’anno solare.
Chi di noi non ricorda un’altra leggenda secondo cui dal Palazzo Ducale si dipartiva una lunga galleria sotterranea che lo collegava direttamente a Castel del Monte? Forse un passaggio segreto?
La storia più recente ci dice che Palazzo Carafa, alcuni anni fa, fu diviso in due: l’ala prospiciente Piazza Vittorio Emanuele II rimase nelle mani degli ultimi eredi dei Conti Spagnoletti Zeuli; l’ala che dà in Piazza La Corte fu messa in vendita.
Acquistata dall’imprenditore tranese Di Corato, dopo mille peripezie fu acquisita dal comune di Andria per diritto di prelazione.
Che soddisfazione per tutti gli Andriesi! I nostri politici ci illusero a dismisura. Noi, poveri cristi, sognavamo già il riscatto civile e storico del Palazzo Ducale. Sono vive, ancora oggi, le diatribe tra chi suggeriva di trasformarlo nella sede principale del Comune di Andria e chi lo indicava quale luogo ideale di rappresentanza della nascente nuova Provincia Barletta-Andria-Trani.
Purtroppo i sogni restano sogni! La realtà odierna è ben altra cosa. Tutt’oggi, mentre scrivo questi appunti, il Palazzo Ducale è là in piazza La Corte grandioso, imponente, piramidale, ma completamente chiuso. Solitario! Silenzioso! Disabitato! Decadente! Che rabbia! Doveva tornare ad essere l’emblema della città, il classico fiore all’occhiello, il vanto numero uno degli Andriesi, lo spazio culturale, storico, sociale per eccellenza. Invece è l’immagine dell’inefficienza, dell’inoperosità. È la foto di una classe dirigente e politica incapace di catturare tutte le opportunità, economiche e finanziarie, che l’UE e la Regione Puglia offrono ai Comuni, alle Province e all’area metropolitana di Bari proprio per il recupero, la riqualificazione e la salvaguardia dei propri beni architettonici, storici e artistici. L’ennesima occasione persa dal Comune di Andria risale appena all’ultimo settembre scorso.
Per concludere: è in coma il Palazzo Ducale di Andria, sia esternamente sia all’interno. Dei suoi tempi di recupero e di guarigione niente si sa. Fare delle ipotesi di guarigione è assai rischioso. Sarebbero azzardate quanto illusorie. C’è stato qualche timidissimo intervento, ma le sue condizioni di salute permangono gravi. Dal coma si può uscire? Può darsi di sì, ma c’è sempre il rischio che il coma diventi irreversibile e possa condurre alla sua estinzione. Andria davvero perderebbe un pezzo della sua storia di cinquecento anni!
Chi ha responsabilità di governo, locale e nazionale, si preoccupi come si deve. Altrimenti sarà la fine. Tragica! Drammatica! Addio Palazzo Ducale! Addio Carafa! E , perchè no, addio Spagnoletti Zeuli!
Prof. Riccardo Suriano
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