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Nel ricordo della fragile terra

27 Dicembre, 2015 | scritto da Nicola Liso
Nel ricordo della fragile terra
Dal mondo
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Era il 26 dicembre del 2004 quando un terremoto colpì il sud-est asiatico con epicentro in mare aperto

Nelle immagini di questi giorni vive ancora, con indelebili  ricordi una immensa tragedia , la  scossa di terremoto che  provocò un’onda anomala che si abbatté sulle coste dello Sri Lanka, della Thailandia, dell’Indonesia, dell’India, delle Maldive e della Malaysia, fino ad arrivare in Africa.
Il terzo più potente terremoto mai registrato (9,1 gradi Richter) provocò un’onda di maremoto che uccise oltre 230 mila persone’ il più grande disastro naturale della storia .

A distanza di 11 anni è ancora vivo il ricordo del giorno in cui il mare si ritirò per chilometri per poi abbattersi con furia devastante sui litorali e su popolazioni inermi, nei giorni successivi la terra ha continuato a tremare a causa di scosse di forza inferiore, ma sempre devastanti (magnitudo dal quinto al settimo grado).  Lo tsunami, secondo alcuni studiosi,  è stato in grado di modificare anche l’angolazione dell’asse terrestre di 1,5 gradi.

Il ricordo dello tsunami è presente negli occhi di tutto il mondo: case distrutte, ridotte in cumuli di macerie, morti, orfani, feriti e tanta disperazione. A questa grande tragedia , si unisce il ricordo della speranza nei sopravvissuti, come famiglie che miracolosamente hanno avuto la forza di rialzarsi di fronte a questo disastro e di ritornare in quei luoghi per combattere lo spettro della paura,  come , Melissa , Stefano e il loro figlio Nicolò ,all’epoca il piccolo aveva solo 18 mesi e l’acqua lo trascinò  in cima a un mucchio di detriti, perforandogli un timpano a  Melissa spezzò  i legamenti delle ginocchia, mentre  Stefano era in immersione ritrovandosi una volta riemerso solo con lo sguardo rivolto alla devastazione e al vuoto.

 

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