Il salmone geneticamente modificato è sicuro e può essere mangiato.
La notizia è stata data dalla Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia statunitense per la regolamentazione dei prodotti alimentari e dei farmaci, che ne ha autorizzato la distribuzione dopo circa vent’anni dalla prima richiesta di approvazione sottoposta nel 1995.
Il salmone AquAdvantage è un salmone atlantico ingegnerizzato con un gene dell’ormone della crescita proveniente dal salmone reale. Gene a sua volta sotto il controllo di un pezzettino di dna proveniente da un altro animale marino (della famiglia delle Zoarcidae), che ne regola (aumenta) l’espressione.
Risultato: il salmone raggiunge le dimensioni utili per il mercato nel giro di 18-20 mesi contro i 28-26 di un salmone tradizionale.
Oltre i timori di una possibile fuga in natura, gli oppositori sostengono che il pubblico non sia ben disposto a consumare animali geneticamente ingegnerizzati, nonostante i 20 anni impiegati dalla Fda per valutare attentamente il profilo di sicurezza per l’animale stesso, per l’uomo, la stabilità genetica e le rivendicazioni avanzate dal produttore (se davvero cresce più velocemente). Le valutazioni in merito hanno mostrato che il salmone ingegnerizzato non comporterebbe significativi impatti per l’ambiente, e questo perché, scrivono dall’Fda: “le misure di contenimento multiple che l’azienda userà nelle strutture a terra [in serbatoi a terra, nda] in Panama e in Canada renderenno estremamente improbabile che il pesce possa scappare e stabilirsi in natura”. Inoltre i salmoni sarebbero resi sterili, così da scongiurare i timori circa la possibilità di riproduzione e incroci nel caso dovessero scappare.
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