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Sanità – Più 200 esami da gratuiti a pagamento

1 Ottobre, 2015 | scritto da Redazione
Sanità – Più 200 esami da gratuiti a pagamento
Attualità
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Sono 208 le prestazioni sanitarie – tra cui Tac, testi allergici, risonanze magnetiche, prestazioni odontoiatriche ed esami ematoclinici –  che potrebbero passare dal status “gratuite” a quello di “a pagamento”.

Una notizia di quelle che non può che “far felice” il contribuente visto come se la passa di questi tempi.

Nel dettaglio, in nome della spending review e della razionalizzazione della spesa sanitaria, il ministro della Salute Lorenzin ha presentato al sindacato dei medici una lista di 208 esami clinici “inappropriati”  qualora arrivasse l’ok dalla Conferenza Stato-Regioni, diventeranno appunto a carico del cittadino.

A disciplinare il tutto sarà un decreto che stabilirà i criteri secondo cui un esame sarà o meno “appropriato” e quindi a pagamento.

I camici bianchi ovviamente non ci stanno e minacciano sciopero. “Non è compito della politica – commenta il Segretario Nazionale dell’Associazione, Costantino Troise – definire i criteri dell’appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l’autonomia e la responsabilità dei Medici”. 

Secondo Troise ci sarebbe il rischio “di inquinare il rapporto medico-paziente e di spingere i cittadini verso le strutture private, obbligando le fasce più deboli della popolazione ad ingrossare il numero di coloro che già ora rinunciano alle cure”.

Tra gli aspetti più contestati le sanzioni amministrative comminate ai medici in caso di prescrizione di esami non necessari. Filippo Anelli, Presidente OMCeO Bari, “sono una limitazione della libertà di agire in scienza e coscienza del medico”.

A tal proposito, il ministro Lorenzin, precisa come le sanzioni scatteranno solo “dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate e solo dopo un contraddittorio con il medico che dovrà giustificare scientificamente le sue scelte”.

Altroconsumo risulta, infatti, che quasi un italiano su due rinuncerebbe a curarsi perché non ha i soldi. Nel dettaglio, chi non ha la possibilità economica per far fronte alle spese sanitarie ha due alternative: rinunciare a curarsi (scelta fatta dal 46% delle famiglie italiane) oppure indebitarsi (13%). La percentuale di famiglie, tra quelle con un reddito inferiore a 1.550 euro al mese, che rinuncia alle cure necessarie sale al 61%.

Numeri che alla politica sembrerebbero non interessare.

QUI la lista

Domenico Lotito

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