Baccano mediatico – forse demagogico – sulla legge regionale pugliese che prevede l’assunzione dei così detti “portaborse”, un baccano incredibile che concentra su un manipolo di giovani, spesso laureati, ben formati e desiderosi di affermarsi magari costruendo così una carriera politica di rispetto, tutto il peggio possibile.
In realtà i consiglieri regionali hanno bisogno di figure di affidamento professionale, esperti in qualcosa insomma, che li aiutino nei lavori preparatori delle sedute di commissione, di consiglio regionale, nella stesura di ordini del giorno, di proposte di legge, o più prosaicamente per rispondere al telefonino, guidare la macchina, prendere appuntamenti, ricevere persone e così via.
Diciamocela tutta: l’esigenza c’è, come al solito l’errore è nell’uso che di questa figura ne vien fatta.
O nella persona, si teme un parente (ma chi non ha familiari da sistemare in Italia) chiamata a ricoprire il ruolo. Insomma se sono esperti va bene ma se si tratta di galoppini che durante la recente campagna elettorale alle regionali hanno “galoppato” e ora meritano il premio a spese delle casse regionali, cioè pubbliche, allora no!
Se sono esperti nulla quaestio, ma se non lo sono e magari il loro unico requisito è che si tratta di soli nipoti, fratelli, fidanzati, mariti o mogli o trombati alle elezioni è gravissimo. E per vedere se saranno evitati abusi bisognerà aspettare di leggere i provvedimenti di nomina che saranno adottati dai gruppi consiliari regionali. E vedere se il codice etico che si sono dati, e che poteva invece diventare materia di articoli di legge e non solo un auspicio, sarà o no rispettato.
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