Ammonterebbe a ben 25 milioni di euro il debito delle parcelle che la Regione Puglia dovrebbe saldare a un manipolo di avvocati esterni che nel corso degli ultimi vent’anni avrebbero lavorato per conto della stessa.
La prima commissione consiliare ha riconosciuto debiti fuori bilancio per 2 milioni e mezzo: riguardano, nella maggior parte dei casi, altre prestazioni legali affidate al di fuori dell’Avvocatura regionale.
Coloro che dovrebbero occuparsi di risolvere le questioni giudiziarie della Regione risultano essere ancora in numero inferiore rispetto alle esigenza: dovrebbero essere 26 ed invece sono 15.
Perciò i cosiddetti “esterni” continuano a esistere, anche se dal 2012, spesso, questi ultimi sono costretti ad accettare dei tagli ai loro onorari.
Ad esempio un’attività difensiva che vale circa 15mila, al termine dell’istruttoria preliminare scende a circa 10mila euro; un’altra, che avrebbe dovuto valere 3mila euro, risulta pagata con 1.247 euro.
Ma prima di quell’anno si contano migliaia di note spese riguardanti processi che risalgono agli anni Novanta e che costano molto di più.
Emiliano parla quindi dell’esigenza di “riorganizzare l’Ufficio legale, il cui organico deve essere incrementato”.
Per rimediare, il Presidente della Regione spiega di volere fare ricorso al metodo dell’interpello: saranno cioè chiamati a raccolta tutti quei dipendenti dell’amministrazione che potrebbero esercitare l’attività giudiziaria, ma che a oggi si occupano di altre faccende.
“L’obiettivo” precisa “è quello di ricorrere il meno possibile a incarichi esterni”.
In una interrogazione, Nino Marmo (Pdl) ha posto in eveidenza anche la questione della cosiddette «parcelle d’oro» per alcuni legali, pari ad un costo di due milioni e e 781mila euro.
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