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L’albero Robert

5 Ottobre, 2015 | scritto da
L’albero Robert
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Se avessi voluto vedere un albero, sarei andato nella foresta’. Al primo provino, dopo quindici minuti, Robert Lewandowski aveva fatto questo effetto allo scout arrivato per visionarlo. Chissà come si sente oggi quel tizio che ha avuto bisogno di un quarto d’ora per commettere l’errore di una vita, mentre a Robert sono bastati nove minuti per conquistare il Mondo.

Cresciuto con un papà campione di judo ed una mamma giocatrice di volley, da bambino era riuscito a convincere persino il prete del paese ad anticipargli la prima comunione, aveva la partita al pomeriggio, Robert e, dopo la funzione, si era cambiato in macchina pur di giocare, ovviamente segnando, come sempre. Ora invece fa il divo negli spot in stile manga, ma il suo segreto c’è ed ha un nome, si chiama Anna.

Li definiscono i ‘’Beckham di Polonia’’. Quest’estate, mentre erano in vacanza, hanno speso cinquemila euro per noleggiare un elicottero e andare a fare la spesa. Lui ormai simbolo del calcio polacco, lei medaglia di bronzo ai mondiali di karate, ma soprattutto istruttrice personale del suo Robert. Il quinto gol contro il Wolfsburg è merito proprio degli insegnamenti di Anna, ha detto Lewandowski che non parla inglese ma conosce perfettamente il tedesco.

A Dortmund ci ha messo un anno a convincere Klopp e, quando ha lasciato il Borussia, i tifosi gli hanno fatto trovare la macchina senza ruote, così per ricordargli che non era carino andare gratis al Bayern. Adesso è diventato un paradosso vivente, è il centravanti preferito di Guardiola, l’uomo che ha inventato il falso nueve.

Insomma, da qualche giorno, nel Mondo, se dici Germania pensi a due cose; auto che inquinano più del dovuto e a lui, Robert Lewandowski. Una telefonata al tizio dell’albero non sarebbe una cattiva idea.

Michele Di Corato

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