L’immediato intervento dei militari della Capitaneria di porto, dei vigili urbani e dei funzionari dell’Arpa Puglia ha consentito di individuare subito le cause della contaminazione emersa con grande evidenza questa mattina allo sbocco a mare del canale H.
Le indagini compiute in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria confermano, se pure ce ne fosse stato bisogno, tutta la gravità dell’alterazione subita dalla antica rete di raccolta e convogliamento a mare delle acque meteoriche. Purtroppo, con il tempo, in quei canali sono finiti gli scarichi di acque delle lavorazioni di diverse attività imprenditoriali, sia adeguatamente trattate che incontrollate, come è emerso da tutta una serie di controlli a cui hanno fatto seguito prima verbali di contestazione con specifiche prescrizioni e poi una serie di procedimenti per la messa a norma ambientale degli impianti.
Eppure basta che si guasti una pompa perché accadano situazioni come quella a cui in queste ore si sta rimediando. Quest’ultimo episodio che, stando a quanto si è già accertato, è stato determinato da disfunzioni operative in una struttura produttiva attenta per la natura della sua attività ai parametri normativi, rivela quanto complessa sia diventata l’azione di recupero delle compatibilità ambientali.
Al di là delle misure di sospensione delle attività, predisposte dalla magistratura, per consentire il ripristino delle condizioni di sicurezza, resta la determinazione a mettere a punto, con il coinvolgimento delle stesse imprese, almeno le misure urgenti indispensabili per la salvaguardia della natura di quei canali, in attesa di provvedimenti ben più organici e corposi – già istruiti per i finanziamenti – necessari per quella soluzione strutturale che deve restituire il pieno rispetto del patrimonio marino.
Send this to a friend