Un collante di pace tra Usa e l’Avana, simbolo di unione tra uomini, Papa Francesco nel suo viaggio a Cuba ha voluto a gran voce dare ancora una volta un messaggio di fratellanza e speranza:
« Vogliamo essere una Chiesa che esca di casa per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione», le sue parole sono state un ancora di coraggio, ma anche di sprono a quella che deve essere unione e non disgregazione.
Il Papa ha voluto sottolineare l’importanza della famiglia, intesa come scuola di umanità, che insegna a mettere il cuore nelle necessità degli altri, e ad essere attenti alla vita di tutti : “Abbiamo cura delle nostre famiglie, vere scuole del domani. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri spazi di libertà. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri centri di umanità” è stato l’appello lanciato da Papa Francesco nell’incontro con le famiglie nella cattedrale di Santiago.
Terminati i tre giorni di viaggio a Cuba, Francesco ha proseguito il suo apostolato negli Stati Uniti dove è stato accolto al suo arrivo dal presidente Barack Obama esordendo con l’affermazione:«Come figlio di immigrati, sono felice di essere in questo paese costruito da famiglie simili alla mia. Guardo con speranza a giornate di dialogo e speranze in cui molti nel mondo potranno condividere le speranze degli Americani».
Un incontro, quello con il Presidente Obama, che arriva in un momento in cui le tematiche globali e nazionali, dal problema dei rifugiati a quello dell’ambiente a quello della disuguaglianza, hanno creato violente spaccature politiche. Nel suo incontro con il popolo americano, Francesco ha voluto toccare un tema assai scottante come la pedofilia lanciando un monito rivolgendosi ai vescovi degli Usa nella cattedrale di San Matteo a Washington: “Mai più crimini di pedofilia, all’interno della Chiesa”.
La missione papale ha avuto il suo culmine parlando al popolo americano dalla sua sede più rappresentativa, il Congresso Usa, di fronte deputati, senatori, giudici della Corte Suprema.
Un punto bianco in un arena immensa, le sue parole sono risuonate al ricordo di grandi uomini che hanno costruito il grande sogno americano: Abraham Lincoln con la difesa della libertà e promozione della cultura, alla lotta per la giustizia e la causa degli oppressi intrapresa da Martin Luther King, la necessità del dialogo e la fede in ricordo di Dorothy Day e Thomas Merton.
Francesco, ha scosso i presenti, con il suoi discorsi toccando temi assai scottanti come la pena di morte commercio di armi, il Papa ha parlato davanti al Congresso ma il suo discorso è rivolto “all’intero popolo degli Stati Uniti”, alle migliaia di uomini e di donne ha sottolineato Bergoglio “che si sforzano quotidianamente di fare un’onesta giornata di lavoro, di portare a casa il pane quotidiano, di risparmiare qualche soldo e di costruire una vita migliore per le proprie famiglie”.
Ultima tappa del viaggio papale: Philadelphia per l’Incontro Mondiale delle Famiglie, appena atterrato all’aeroporto è salito sulla 500 utilizzata per gli spostamenti negli Stati Uniti, e come ben sappiamo Bergoglio che sà stupire sempre con piccoli gesti d’amore paterno è sceso dalla vettura per salutare un gruppo di ragazzi disabili. Nella «Città dell’amore fraterno» moltissime bandiere bianco-gialle e striscioni di benvenuto sventolano dai palazzi del centro e della periferia e negozi ed esercizi commerciali espongono foto di Francesco, simbolo di un immenso amore per il Pontefice che ha saputo parlare agli americani come solo lui sà fare, con il cuore e con semplicità, toccando gli animi di tutti con naturalezza e amore paterno.
Send this to a friend