Fernando Pessoa è stato un poeta, scrittore e aforista portoghese. Considerato una delle figure più illustri della letteratura lusitana, è probabilmente, con Pablo Neruda, la penna che più ha identificato il Portogallo nel XX secolo. Avendo vissuto la maggior parte della sua giovinezza in Sud Africa, la lingua inglese giocò un ruolo fondamentale nella sua vita, tanto che traduceva, studiava e scriveva solo in puro anglosassone. Dalla fortissima personalità enigmatica, Pessoa contribuì pesantemente all’importanza assunta dal giornalismo portoghese del primo novecento. Il suo epitaffio ‘’I don’t know what tomorrow will bring’’ spiega quanto combattivo ed immortale sia stato il suo animo.
Pur ignorando cosa gli avrebbe riservato il domani, Pessoa non avrebbe mai immaginato che, quasi cento anni più tardi, un omonimo portoghese sarebbe arrivato alla corte della Regina, indossando la casacca blue sfoggiata con un numero 6 dietro la schiena che gli consegna di diritto le chiavi del centrocampo del Manchester City.
Fernando Francisco Reges, noto semplicemente come Fernando, infatti, è sbarcato nel Regno Unito il 25 giugno del 2014, dopo che i Citizens hanno versato nelle casse del Porto una cifra vicina ai quindici milioni di euro. Brasiliano con passaporto portoghese, il mediano firma ad Oporto il suo primo contratto da professionista, ma già nel 2007 viene girato in prestito all’Estrela Amadora, per poi tornare successivamente agli ordini di Jesualdo Ferreira, allenatore con il quale conquista il suo primo titolo nella stagione 2008/09.
Soprannominato ‘’Il Polpo’’ per la grande quantità di palloni che recupera durante ogni partita, Fernando conosce la consacrazione internazionale nel 2010/11, quando il Porto di Villas Boas vince l’Europa League, battendo in finale a Dublino, il Braga grazie ad un suo assist che manda in rete il colombiano Radamel Falcao.
Dotato di grande forza fisica ed ottime qualità tecniche, Fernando annovera tra i suoi pregi anche una millimetrica precisione nei passaggi, riuscendo, quasi sempre, a cercare la profondità per i compagni d’attacco. Nel 4-3-3 di Manuel Pellegrini potrebbe essere affiancato da Fernandinho, una delle pochissime note liete dell’ultimo umiliante ed umiliato Brasile della Copa America.
Confrontandosi con un campionato di primissimo livello, Fernando potrebbe coronare il suo sogno, diventare il più forte incontrista al Mondo. E per farlo dovrà lottare, adattarsi e rincorrere i suoi obiettivi affinchè a parlare sia solo il campo. Già, parlare. Fernando dovrà esprimersi al meglio, imparando in fretta la lingua dei campioni, quell’Esperanto che, con gesti tecnici e carattere, ti fa costruire un grande domani, un mattone ed un passo, anzi un ‘’pessoa’’ alla volta!
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